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lunedì 30 aprile 2012

Il calendario di maggio 2012 ovvero l' elogio del ragno

L' animale a cui è dedicato il nostro calendario di maggio è un piccolo ragno saltatore verde, molto diffuso anche nelle nostre zone, che non tesse alcuna ragnatela ma balza sulle sue prede (in generale insetti) stando in agguato sulle foglie.

Questo Micrommata ci dà comunque l' occasione per tessere un breve elogio dei ragni, che abitano il nostro pianeta da milioni e milioni di anni prima dell' uomo. Se ne conoscono oltre 40,000 specie e si presume di essere ben lontani da una classificazione esaustiva. La loro capacità di sopravvivenza è legata all' estrema adattabilità all' ambiente, che ha portato a una elevatissima differenziazione, sicché è possibile trovare ragni in qualunque habitat e clima.

Anche se la stragrande maggioranza dei ragni è del tutto inoffensiva per l’uomo è probabile che sia stata proprio la loro diffusione a sviluppare nella specie umana quella sorta di rifiuto che non poche persone provano al loro cospetto; è comunque un fatto che l' aracnofobia si riscontra maggiormente nelle aree occidentali piuttosto che in Asia, in America e in Australia dove vivono gli esemplari più temibili; il che sembra portare verso la conclusione che la componente più arcaica del timore del ragno si sposi con elementi culturali più recenti, laddove le popolazioni autoctone maggiormente in contatto con ragni potenzialmente pericolosi hanno imparato a rispettarli (e in non pochi casi, in Asia come nel Sud America, a utilizzarli perfino come cibo).

Ricordiamo che in Italia non esistono ragni mortali per l' uomo con l' unica eccezione della femmina di Malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus, la cosidetta Vedova nera, diffusa dalla Liguria al Sud Italia) il cui morso può essere letale per bambini, soggetti adulti in cattiva salute e animali domestici. Peraltro si tratta di un ragno che non frequenta le abitazioni umane e che è facilmente riconoscibile per la presenza di 13 macchie rosse sul corpo. D' altra parte secondo gli epidemiologi la totalità mondiale dei morti per morso di ragno durante l' intero ventesimo secolo non supera i 100 casi - come dire un caso all' anno - contro 1,500 casi di morte attribuibili, nello stesso periodo, a tentacoli urticanti e meduse (e vi sono dubbi anche sui 100 casi documentati). Insomma, chi ha paura dei ragni dovrebbe temere molto di più il fatto di mettersi al volante o di prendere un ascensore o di accendere un elettrodomestico, attività quotidiane che mietono un numero incomparabilmente superiore di vittime che non i nostri piccoli amici a otto zampe.

Come tutti gli animali che convivono con l' uomo fin dalla preistoria, il ragno è penetrato profondamente nella cultura popolare, dove detiene il ruolo ambivalente di simbolo positivo e taumaturgico (“If you wish to love and thrive let a spider run alive” recita un proverbio inglese) ma anche negativo (senza andare fuori dal nostro Paese si pensi al ragno che "porta guadagno" contrapposto all' antico rituale del tarantismo). Di fatto il ragno è un vero amico dell' uomo: in casa e nei campi è uno strumento per la lotta agli insetti nocivi e, se sono da sempre note le proprietà antibatteriche e coagulanti della sua tela, si comincia ora a pensare di utilizzare le tossine secrete da alcune specie, mortali per gli insetti ma innocue per l' uomo, come alternativa agli insetticidi chimici. Altre tossine sono studiate in relazione alla possibilità del loro impiego per la cura di alcune malattie umane, tra cui l' Alzheimer.

Per finire è d' obbligo richiamare l' attenzione degli Amici di Cometa sulla necessità di difendere (e, se possibile, amare) tutti gli animali, non solo quelli che una sottocultura spesso ipocrita ci ha insegnato che sono belli, buoni e grandi: il miracolo della Natura si cela anche laddove l’ ideologia imperante e la tradizione popolare hanno voluto vedere il nemico "viscido e repellente": rettili, insetti, ragni, scorpioni (e che dire delle oltre 100,000 specie di vermi?). Diffondere la cultura del rispetto degli animali a tutto campo è uno degli imperativi categorici di tutti gli amici dell' ambiente.

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