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lunedì 10 giugno 2013

Integrazione al calendario di giugno
ovvero
"Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in hominem" (Ovidio)

Il nostro calendario di giugno esponeva un'opinione molto critica verso l'amministrazione provinciale del VCO, che con un disciplinare ha imposto a tutti i Cittadini che trovassero un animale selvatico in difficoltà di lasciarlo morire sul posto con la motivazione che (citiamo testualmente) "la natura deve fare il suo corso … l' animale ferito sarà il sostentamento di altri animali, piccoli e grandi, permettendo così il prosperare di ogni specie". Oltre a suscitare le critiche professionali di molti Veterinari che seguono il nostro sito, il calendario ha ricevuto numerosi commenti, tutti - ovviamente - molto duri verso il comportamento delle autorità locali.

Per tutti, pubblichiamo quello di Milena, docente di Scuola Primaria della nostra provincia, perché svela come sia in atto un tentativo di cooptare i giovanissimi entro una linea di pensiero che dà per acquisito lo sfruttamento e la crudeltà verso gli animali, ammantando una tale operazione col termine mistificatorio di "progetto di educazione ambientale".

Scrive Milena:

"Sono una sostenitrice di Cometa, animalista e ambientalista convinta, e ho avuto la triste esperienza, come docente di Scuola Primaria, di assistere a un intervento nella mia Scuola promosso dalla Provincia in cui la scolaresca è stata "educata" a non soccorrere assolutamente gli animali selvatici - come scritto nel demenziale disciplinare contrario alla Legge Nazionale sulla Fauna Selvatica - e inoltre sempre la Provincia ha finanziato e sostenuto Progetti di "educazione ambientale" ( ma dove?????!!!) presso le sedicenti "Fattorie Didattiche" della zona, nel nostro caso in Val Vigezzo, che di educativo e didattico non hanno niente: animali legati a corte strette catene detenuti in stalle buie e ristrette: gran bell'esempio da dare agli studenti in formazione!!!! Ho scritto una lettera alla Scuola, agli organizzatori , al Dirigente Scolastico nonché ai colleghi, questi ultimi del tutto indifferenti e omertosi.... Potrà servire quello che ho fatto in un ambiente di mentalità tanto limitata?????..... Vi sarei grata se voleste diffondere questa mia segnalazione........ Se gli educatori nella scuola hanno questa sensibilità e questa coscienza ambientale....è meglio che cambino lavoro per non fare ulteriori danni........... Grazie a tutti!!!!"

Il breve commento dovrebbe farci riflettere, soprattutto là dove Milena cita i "colleghi indifferenti e omertosi". Questi insegnanti tenderanno proprio a produrre, in virtù della loro professione, futuri adulti che saranno altrettanto indifferenti e privi di rispetto e compassione verso gli animali. E' probabile che anche l'ingegner Proverbio, firmatario del diktat della provincia, e i suoi patron politici, siano stati educati da simili insegnanti: la sconsiderata ordinanza manifesta assoluta mancanza di compassione, e questa strada - una volta intrapresa - può condurre a orrori indicibili.

Proprio come annuncia il nostro titolo vecchio di oltre 2000 anni, "Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in hominem" (ovvero: la crudeltà verso gli animali prelude a quella verso gli uomini), non possiamo che riconoscere - nel percorso che l'amministrazione provinciale ha intrapreso passando dal CRAS lager di Villa Pallavicino alla soluzione finale che vede gli animali deboli o sfortunati condannati a morte - una tragica analogia con crimini enormemente più grandi e mostruosi, ma non dissimili nella loro logica spietata.

Nel frattempo alcuni ambulatori veterinari della nostra zona, quelli appartenenti ai dottori notoriamente più sensibili, si stanno riempiendo di selvatici. Sì, perché sempre più la popolazione si fa beffe delle insulsaggini dei nostri politicanti (delle quali ci ricorderemo se e quando torneranno a chiedere il nostro voto), raccoglie animali feriti e li porta a chi li può curare.

E' emblematica una recente vicenda che si è svolta presso la diga di Ramello dove una capriolina (nella foto) è stata trovata con lievi ferite. L'amministrazione provinciale ha effettuato pressioni sul Veterinario dell'ASL chiamato sul posto, affinché procedesse o almeno autorizzasse l'uccisione dell'animale, ma questi si è rifiutato sulla base del vincolo etico della sua professione che lo obbliga a soccorrere e a non uccidere, finché qualcuno si è preso il compito, sfidando la legge, di raccogliere la poveretta e di portarla da un altro Veterinario che in breve tempo l' ha rimessa in condizione di essere liberata. Questa storia, riportata parzialmente anche da "La Stampa" (con diversità tra versione stampata e versione web) testimonia dell'accanimento della pubblica amministrazione verso un animale sano e indifeso, ma mostra anche che ogni tanto il buon senso e la compassione prevalgono sulla crudeltà gratuita.

Non possiamo che sperare che questi casi si moltiplichino a sufficienza per far rientrare l'odioso (e a questo punto anche inutile e ridicolo) diktat dell'amministrazione del VCO.

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