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giovedì 30 gennaio 2014

Il calendario di Cometa di febbraio 2014:
l' allocco grande cacciatore

il calendario di questo mese è dedicato all' allocco, un rapace notturno che ad ali spiegate sfiora i 40 centimetri. La natura ne ha fatto un cacciatore spietato: ci vede benissimo (di notte le sue pupille si dilatano al massimo, dandogli un tipico sguardo nero) e ci sente ancora meglio (perché le orecchie sono lievemente asimmetriche); neppure l' animale più silenzioso riesce a sfuggirgli. E' un amicone di bocca buona: pasteggia preferibilmente con roditori, ma gli vanno bene anche anfibi, piccoli uccelli, perfino scarafaggi e bruchi. Li mangia vivi e dopo qualche ora ne vomita le parti non digeribili.

Spietato, sì, ma ricco di valori tradizionali: marito fedelissimo e padre tenerissimo, rigorosamente monogamo, si prende cura dei piccoli fino a tre mesi dopo l' involo. Pur di dare una casa alla sua famiglia non esita a occupare tane di tassi e conigli.

La covata media è di due o tre uova, che la femmina accudisce per un mese mentre il maschio è in giro a procacciare il cibo. Poi le uova schiudono a intervalli di qualche giorno l' uno dal' altro, sicché il pullo nato per primo sarà il più grosso, mentre l' ultimo resterà il più piccolo. Quando il cibo non è sufficiente per l' intera prole, il più grande si accaparra la maggior parte del pasto a scapito del più piccolo, a garanzia della sopravvivenza dell' individuo più robusto.

Ogni coppia di allocchi occupa un areale che può arrivare ai 20 ettari. Se la popolazione aumenta il territorio della coppia può ridursi fino a 4 ettari circa, ma in queste condizioni la specie non è in grado di riprodursi. In tale modo la popolazione si mantiene autonomamente sotto controllo.

Nonostante la sua indubbia vocazione predatoria, anche l' allocco ha i suoi altrettanto abili nemici: l' allocco degli Urali (che, nonostante il nome, è presente anche in Italia ed è grande circa il doppio dell' allocco comune), il gufo reale, l'aquila. Volpi e faine, poi, considerano uova e piccoli allocchi un cibo prelibato.

Benché il nostro amico sia molto adattabile (ama i boschi, ma si ambienta bene anche all' interno dei parchi urbani, è in grado di nidificare perfino dentro i fumaioli) la frammentazione degli areali (taglio di boschi, apertura di nuove strade e così via) costituisce un serio ostacolo alla riproduzione, soprattutto perché può portare alla morte per denutrizione dei piccoli. Anche l' impiego di veleni destinati ai roditori è potenzialmente dannoso, perché avvelena anche chi i topi se li mangia. Quando riesce a morire di vecchiaia l' allocco può raggiungere i vent'anni (e perfino quasi trenta se allevato in cattività).

La sua vita quasi esclusivamente notturna e il suo canto un po' inquietante hanno originato fin dalla notte dei tempi non poche leggende che attribuivano all' allocco il ruolo di messaggero di morte. E' uno dei motivi per cui questo rapace è stato fatto oggetto, nei secoli, di caccia spietata, benché contribuisse a mantenere sotto controllo le popolazioni di roditori. Al giorno d' oggi, benché la popolazione degli allocchi sia piuttosto numerosa e in sviluppo (si stima che in Italia vivano stanzialmente tra le 45.000 e le 70.000 coppie e in Europa da 500.000 a un milione di coppie) la specie è 'rigorosamente protetta' dalla Convenzione di Berna. Come mai, c'è da chiedersi, il nome di un uccello così abile viene normalmente usato per indicare una persona credulona e un po' tonta? Sembra che l' origine di questa indubbia ingiustizia culturale risalga addirittura al filosofo greco Claudio Eliano, del secondo secolo d.C., che nel suo monumentale trattato "Sulla natura degli animali" afferma che è molto facile catturare un allocco 'grazie alle movenze di un ballo' che ne scimmiotta il volo (Eliano, XV, 28).

Infine un elemento di colore locale: allocchi ('uluch') è il soprannome col quale venivano chiamati un tempo gli abitanti di Gignese.

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