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domenica 30 marzo 2014

Il calendario di Cometa di aprile 2014

"Haec ornamenta mea": secondo lo storico Valerio Massimo (I secolo a.C.) così disse la leggendaria Cornelia mostrando i suoi figli: Cornelia ostentava così tutta la sua dignitas da antica repubblica romana, visto che probabilmente l' espressione veniva impiegata dalle altre matrone vanitose quando esibivano in pubblico i loro preziosi monili.

E così può ben dire il nostro Cervo Volante, mostrando i suoi ornamenti a forma di corna di cervo (da cui il nome). Ma qui il vanitoso non è una lei ma un lui: quello con le corna davvero grandi è il maschio, che in realtà le usa solo in un paio di occasioni nella vita, ovvero quando combatte con gli altri maschi per la scelta della consorte e poi per tenerla ferma (nel caso fosse un po' troppo reticente) mentre si accoppia. In effetti le mandibole di questo grande coleottero scarabeiforme sono attaccate a muscoli molto deboli, che non gli consentono di muoverle, e anche in combattimento i due avversari si scontrano quasi solo urtandosi le corna (proprio come fanno i cervi) e non mordendosi, sicché queste lotte, che si svolgono sui rami più alti delle querce, sono raramente cruente: il perdente si lascia cadere e il vincitore se ne vola via verso l' agognato talamo nuziale, dove si inebrierà di sesso condito da quello che per la specie è un equivalente della birra, la linfa fermentata delle querce (testimonianze riportano di intere popolazioni di Cervi Volanti che schiamazzano, volano in modo disordinato, cadono a terra barcollando sulle gambe fino a smaltire la sbornia). La femmina (quella della foto) ha corna molto più piccole ma più forti, adatte a un uso ben più intenso: scava alla base di tronchi abbandonati (e, se possibile, marcescenti) per deporvi le uova.

Come per altri insetti, la vita adulta del Cervo Volante è molto breve, poche settimane, in confronto alla durata dello sviluppo larvale, che dura 4 o 5 anni (e perfino 8 anni per quegli esemplari che diventeranno gli adulti più grandi, quasi 10 cm. corna incluse). E' comunque difficile che il Cervo Volante, soprattutto maschio, muoia di vecchiaia, più probabile che qualcuno se lo mangi: volpi e altri piccoli mammiferi, per non parlare dei rapaci notturni, sono molto ghiotti di questo lucanide, che è anche un po' sfigato, perché le grandi corna lo costringono a un volo molto lento e rumoroso, un invito a pranzo cui i predatori non possono resistere.

Nonostante la peculiarità del suo comportamento (dove lo si trova un altro insetto ubriacone?) il Cervo Volante ha originato rare leggende, credenze e superstizioni. Ad esempio è assente da tutti i "bestiari" medievali, tant' è che il celeberrimo entomologo ed ecologo Giorgio Celli gli ha dedicato, per supplire, un capitolo del "Nuovo bestiario postmoderno", uscito poco dopo la sua morte, nel 2011. Piuttosto, il Cervo Volante è stato apprezzato per la stranezza e bellezza delle sue forme, come testimonia il dipinto del 1505 ("Der Hirschkaefer", attualmente al Getty Museum di Los Angeles) di Albrecht Dürer che scriveva: “L'arte è onnipresente in natura, e il vero artista è colui che riesce a portarla fuori”.

Il Cervo Volante è uno degli animali maggiormente protetti perché negli ultimi anni la sua popolazione (che in Europa copre un areale esteso a tutto il continente eccetto le aree più meridionali) è in forte riduzione a causa del fatto che le ceppaie di alberi morti vengono rimosse, e quindi le femmine non trovano più un luogo sicuro dove seppellire le uova per la lunga durata di tempo necessario allo sviluppo degli adulti.

A questo proposito segnaliamo a tutti i nostri Amici che le larve del Cervo Volante possono apparire piuttosto disgustose: un brulicare di grossi verme arrotolati su sé stessi che sembrano compromettere le radici del' albero. Lasciatele dove le avete trovate: se mamma lucanide ha deposto lì le sue uova è perché quell' albero era già condannato, non lo salverete certo eliminando questi innocui animali!

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