Il calendario di Cometa di aprile 2015 ovvero rendiamo onore al Corvo
Il nostro calendario del mese di aprile intende fare ammenda verso un uccello ben presente nelle nostre zone ma che finora abbiamo trascurato.
Di corvi ce n’è tanti: sono quasi 50 le specie riconosciute, e non c’è parte del mondo dove non viva una o più di esse. I corvi sono in grado di adattarsi, sanno nutrirsi un po’ ovunque, vivono fino a vent’anni; i corvi sono estremamente intelligenti, hanno un’ottima memoria, sono dotati di un sistema di comunicazione evoluto e di una forte capacità imitativa. Forse è per queste qualità che nessun uccello ha invaso la letteratura e le arti quanto il corvo, e non basterebbe un intero volume per ricordare la quantità di miti e leggende che avvolge questo animale, estese nello spazio dall’Europa vichinga fino al Giappone dei samurai e nel tempo dai babilonesi fino ai nostri giorni. Il corvo è dovunque.
Per farla brevissima, lo vediamo cominciare le sue esibizioni nei tempi remoti in cui Noè lo invia a verificare lo stato delle acque fuori dall’arca*, continuare con gli inossidabili sceneggiatori Esopo e Fedro, calcare rapidamente le scene del Medioevo e quella delle favole dei Grimm e di La Fontaine, raggiungere il culmine della celebrità e del successo di pubblico con Rimbaud ed Edgar Allan Poe (e con tutti gli obbligatori sequel di narrativa, film, musica e fumetti), partecipare in stormi al film di Hitchcock. E quando sembra un po’ passato di moda, il corvo, attento com’è alla sua immagine, ritorna a far parlare di sé, come il 26 gennaio 2014, quando assale brutalmente una colomba liberata durante l’Angelus papale (a proposito: brutta cosa quella di rilasciare tenere colombelle a orari fissi, un vero e proprio invito a colazione per gabbiani, corvi & C.)
Anche se in epoca recente è abitudine contrapporre alla colomba il falco, il vero opposto storico della colomba è proprio il nostro amico corvo. Sarà che la colomba è bianca e il corvo nero, ma i due vanno di pari passo: Corvus saepe sub columbae pennis habitat, il corvo spesso si nasconde sotto le sembianze della colomba, recita un proverbio latino. E la cosa è tanto vera che Apollo - per una complessa storia di infedeltà - trasformò da bianche a nere il colore delle penne di un corvo suo attendente, mostrandosi tra l’altro palesemente ingiusto verso il povero volatile (così, almeno, racconta Ovidio nelle Metamorfosi)**.
Più probabilmente, colomba e corvo convivono da sempre, come Jekyll e Hyde, rappresentando due termini contrapposti ma inseparabili, che danno senso l’uno all’altro. Per questo nel Corvo di Poe i due estremi di Amore e Morte si saldano indissolubilmente nella sua patetica figura.
______________ * dopo il corvo, Noè libera una colomba (così nella Bibbia; nella ben più antica cronaca dello stesso diluvio esposta nell’Epopea di Gilgamesh è la colomba la prima ad uscire, e ritorna perché non trova un luogo asciutto ove posarsi, seguita dal corvo, che non ritorna) ** chi volesse saperne di più di questa storia di corna può dare un’occhiata all'indirizzo http://www.iconos.it/le-metamorfosi-di-ovidio/libro-ii/apollo-e-coronide/ |