Il calendario di Cometa del maggio 2015
Non abbiamo saputo resistere allo sguardo del volpacchiotto che illustra il calendario di maggio: ha quindici giorni, è stato trovato abbandonato e piangente sotto un cavalcavia dove la madre l’aveva probabilmente perso mentre trasferiva i cuccioli in una nuova tana. Era molto malconcio, un nostro amico veterinario sta facendo l’impossibile per salvarlo e sembra che il piccolo se la caverà.
Bene, a questo punto non possiamo esimerci dal dire due parole sulla volpe.
Innanzi tutto la volpe è un canide, ossia è strettamente imparentata con gli amici che frequentano le nostre case. Talmente imparentata che la si può addomesticare* e potrebbe perfino darsi che il primo animale amico dell’uomo non sia stato un cane ma proprio una volpe: in un articolo di Scientific American del 2011 è testimoniato il ritrovamento di una tomba in cui un uomo e la sua volpe erano stati sepolti insieme. La tomba - situata in Giordania - risale a 16.500 anni fa, ovvero 4.000 anni prima della prima tomba in cui furono seppelliti insieme un uomo e il suo cane.
Poi il tratto più caratteristico: la volpe è astuta. Le leggende e le favole più antiche di tutto il mondo, anche di culture che non hanno avuto contatti tra loro, ci presentano un animale abile e furbo. Gli zoologi preferiscono parlare di un animale il cui istinto di sopravvivenza è quanto mai tenace: la volpe caccia facendo la posta ma anche inseguendo la preda, e il suo areale può raggiungere i 50 kmq.; la volpe è ossessionata dal cibo: piuttosto che creare una sola riserva lo disperde in tanti nascondigli diversi, per non rischiare di perderlo in una sola volta; la volpe, geneticamente carnivora, è una grande opportunista alimentare: se una cosa è commestibile, se la mangia, viva o morta, animale o vegetale che sia; la volpe vive ovunque, si adatta dal livello del mare fino a oltre 3.000 metri di quota, abita nei boschi, nei campi e non disdegna le periferie urbane. E’ ovvio che un animale che concentra tutte queste virtù non può che aver alimentato l’immaginario collettivo che ne ha fatto il simbolo dell’astuzia.
Nel mondo, la si trova quasi ovunque: la volpe rossa (Vulpes vulpes), come il nostro piccolo, è presente in tutta l’Europa, l’Asia e il Nordamerica e il Nordafrica. Ovunque si è differenziata adattandosi perfettamente alle diverse condizioni ambientali.
Le volpi sono genitori affettuosi e prudenti. Se esistono motivi di pericolo, mamma volpe trasferisce i piccoli in una nuova tana (anche se può capitare che ne perda qualcuno, come il nostro protagonista del mese); durante il primo mese di vita non lascia la tana e pensa solo ad allattare; poi mastica il cibo che papà volpe le porta, lo digerisce e lo rigurgita, in modo da abituare pian piano i cuccioli agli alimenti solidi; poi insegna loro le tecniche di caccia e solo dopo quasi un anno i piccoli possono iniziare una vita indipendente.
La volpe ha ben pochi predatori, il maggiore di essi è - al solito, da sempre - l’uomo. Finito il periodo in cui ne faceva pellicce, resta la caccia alla volpe; un tesoro della tradizione anglosassone, uno dei rituali più crudeli e sanguinosi che macchiano la dignità del Regno Unito e dell’essere umano in generale: una cinquantina di cacciatori a cavallo con una muta di duecento cani addestrati inseguono un singolo animale, che non può nascondersi perché tutte le tane sono state preventivamente chiuse il giorno precedente. Dal 2005 la caccia con i cani è stata vietata, ma di fatto continua a essere praticata ed esistono forti pressioni da parte del partito conservatore per il suo ripristino legale. In alcune aree italiane Italia la situazione è ancora peggiore: ad esempio l’amministrazione provinciale di Treviso (Lega Nord e Forza Italia) ha perfino tentato di ripristinare la caccia primaverile ai cuccioli, per fortuna bloccata dal Consiglio di Stato.
Auguri, volpacchiotto, benvenuto in questo mondo malvagio.
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* Dimitri Belyaev (1917-1985) è stato uno scienziato russo che - per tentare di comprende il processo che dal lupo ha generato il cane domestico, avvenuto oltre 12.000 anni or sono - si propose di ottenere una volpe domestica attraverso una serie di incroci che durarono dal 1960 fino al 1995, quando l’esperimento fu sospeso per mancanza di fondi. L’idea era molto semplice: abituare i volpacchiotti a convivere con l’essere umano offrendo loro cibo e coccole, e continuare a incrociare gli esemplari che si mostravano più sensibili a queste pratiche. Riportiamo da Internet (www.luigiboschi.it): “Queste volpi erano letteralmente amiche dell'uomo: leccavano gli sperimentatori, li annusavano, gradivano la loro presenza, tentavano di attirare la loro attenzione, muovevano la coda per segnalare il loro stato d'animo. Erano inoltre meno spaventate da esseri umano mai visti prima e più propense ad esplorare nuove situazioni.” |