Il calendario di Cometa di aprile 2016
Gli Anuri sono un ordine di Anfibi che include (mettendo insieme rospi, rane e raganelle) più di 6.000 specie differenti, la classificazione di alcune delle quali è tuttora incerta*. Come per tutti gli anfibi, il loro ciclo riproduttivo è indissolubilmente legato all’acqua (con qualche rara eccezione): il maschio sale sul dorso della femmina e feconda le uova mano a mano che lei le depone; le uova fecondate cadono in acqua, aumentano di volume e poi si sviluppano in larve acquatiche, i girini, che subiranno in seguito una metamorfosi dotandosi di polmoni e di zampe e perdendo la coda. Completata la metamorfosi i girini, ormai adulti, affronteranno la vita terrestre.
I tre amici del nostro calendario fanno tutti capo alla famiglia dei Bufonidae (ovvero sono tutti rospi), di cui condividono, oltre all’aspetto generale, alcune caratteristiche originali. Tanto per citarne qualcuna: l’assenza di denti; le sostanze tossiche che vengono secrete quando sono minacciati (che in alcune specie sudamericane possono perfino diventare mortali per l’uomo); un particolare organo che consente al maschio, se necessario, di sostituirsi alla femmina nella produzione di uova.
Non ostante la loro stretta parentela e l’areale comune, i tre rospi della foto sono molto diversi sia per dimensione che per comportamento. Il rospo comune è più grosso, con i suoi 20 centimetri di lunghezza è l’anfibio più grande vivente in Europa; ama gli ambienti asciutti ma è legato alla sua pozza d’acqua prediletta, l’equivalente rospesco di una garçonnière: ogni anno vi fa ritorno per la stagione degli amori, percorrendo anche chilometri. A differenza del collega viridis, che vive in zone più aperte ed emette il suo veleno appena si sente disturbato, Bufo bufo è molto più tranquillo: se c’è qualche motivo di pericolo preferisce girare alla larga, non senza aver prima assunto una posa intimidatoria e aver inondato di urina il predatore. Diverso è anche il rito dell’accoppiamento: mentre Bufo non è particolarmente canterino, viridis è costretto a vocalizi di qualità, perché le femmine sono attratte solo dagli esemplari più intonati. Ancora diverso è il comportamento di Pelobates fuscus, che preferisce vivere interrato in gallerie anche molto profonde e, se minacciato, produce una secrezione che odora di aglio (da cui il nome volgare): in questo modo riesce perfino a farsi sputare da un predatore che lo abbia già in bocca. Inoltre fuscus è uno dei pochi bufonidi che ha la pupilla verticale anziché orizzontale.
Non basterebbe un intero volume anche solo per accennare l’importanza che i Batraci (così venivano in passato indicati gli Anuri, rospi e rane) hanno avuto nella cultura umana: di volta in volta considerati detentori dei segreti più preziosi (in Cina), ispiratori degli sciamani (nell’antico Messico), assistenti del sole (in Egitto), animali malvagi e compagni delle streghe (nel Medioevo cristiano). Qui ricorderemo solo la Batracomiomachia, il poemetto satirico attribuito a Omero e - in tempi più recenti - giusto per sottolineare l’ambiguità che compenetra ogni animale investito di ricchezza simbolica, l’antica fiaba europea del principe rospo il cui incantesimo viene spezzato dal bacio della principessa (ma, nella versione dai fratelli Grimm, quando la principessa disgustata lancia l’animale contro un muro).
Un’ultima curiosità (e, si spera, un esempio per tutti i comuni): una delle cause maggiori di morte del rospo comune è il traffico automobilistico durante la migrazione per la riproduzione: ebbene, nella zona dei Colli Euganei amministratori particolarmente sensibili hanno costruito dei sottopassaggi per rospi affinché possano transitare senza danni per raggiungere la loro pozza dell’amore.
__________________________________________ (*) ad esempio il genere Pseudepidalea fino a qualche tempo fa era integrato nel genere Bufo ma, nel corso degli ultimi anni, sono state osservate talmente tante differenze tra il rospo comune (Bufo) e il rospo smeraldino (già chiamato Bufo viridis) da spingere alcuni studiosi a sostenere che quest’ultimo sia una specie diversa, cui è stato attributo il nome di Pseudepidalea |