Il calendario di luglio 2016: non sparate sull'allodola
Nonostante i tempi bui, il nostro Paese conserva molte eccellenze: le maestranze italiane sono richieste in tutto il mondo per costruire dighe e ponti, il cibo e i vini italiani sono ovunque rinomati, la moda italiana detta legge, e potremmo continuare a lungo.
Purtroppo accanto ai motivi di orgoglio il Belpaese annovera anche non pochi primati negativi; quello che qui ci interessa non è il basso livello degli uomini politici o la loro corruttibilità, che sono sotto gli occhi di tutti, ma un primato sconosciuto, quello del’uccisione sistematica e legalizzata di un minuscolo uccello dal canto melodico, l’allodola. Come possiamo leggere sul sito della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), da cui sono tratte anche le foto del nostro calendario, quasi 3/4 delle allodole uccise dai cacciatori europei trovano la morte per mano dei cacciatori italiani (in valore assoluto le allodole uccise in Italia sono quasi due milioni all’anno!).
L’allodola abbina il canto a uno stile di volo peculiare: durante il periodo di nidificazione si innalza cantando fino a qualche centinaio di metri e ritorna a terra ad ali chiuse, riaprendole solo in prossimità del suolo. Questo comportamento elegante e rapido ha fatto sì che il minuscolo uccello entrasse fin dall’antichità a far parte della nostra cultura: fu Giulio Cesare che nel 52 a.C. adottò l’etimo gallico come nome della sua Legio V Alaudae, composta da Galli transalpini il cui elmo riproduceva la cresta dell’allodola. In seguito i Cristiani svilupparono la credenza che l’allodola si levasse in volo sette volte al giorno (in corrispondenza delle prime sette ore canoniche che regolavano le preghiere nei monasteri) a partire dall’alba (per l’appunto l’ora della preghiera denominata “lodi”, foneticamente simile al nome alauda). In tempi successivi l’allodola fu scelta da potenti famiglie quale stemma araldico. Innumerevoli sono poi gli scrittori che la ricordano nelle loro opere, dai due versi di Dante che intestato il nostro calendario fino a poemi completi (come l’ode di Shelley).
Tutte cose, queste, che non interessano la squallida genia dei cacciatori, per i quali l’allodola è solo preda ambitissima. Infiniti sono i metodi per attirarla (l’espressione “specchietto per le allodole” nascerà pure da qualche parte) e la Rete è piena di consigli su come farne strage. Pensate, cari Amici e care Amiche, che si spara all’allodola, che pesa circa 40 grammi, con cartucce caricate con un peso di pallini di piombo di almeno 20 grammi, che escono dalla canna del fucile a una velocità di 360 metri al secondo. Fatta la debita proporzione sarebbe come se un uomo adulto venisse investito da una massa di 35 kg di proiettili che viaggiano a 1300 chilometri all’ora. Dell’uccellino così sparato non resta più nulla, se non una massa di piombo che il cacciatore si porta a casa e mangia con appetito (sperando che quella simpatica malattia che è il saturnismo lo compensi col suo stesso piombo).
Cometa chiede a tutti i suoi Amici che ancora non l’avessero fatto di firmare una petizione, che potete trovare a questo indirizzo, per chiedere al governo un decreto di cancellazione dell’allodola dall’elenco degli uccelli cacciabili: ognuno di noi faccia il proprio dovere! |