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lunedì 29 agosto 2016

Il calendario di settembre 2016

Fuori dalla porta di casa di ognuno di noi vivono gli orsi. Incontrarli è facilissimo: vivono nel muschio, sui licheni, tra le felci, ovunque ci sia un po’ d’acqua. Accorgersi di averli incontrati è meno facile: ci vuole un microscopio, perché il nostro Bärtierchen (“Orsetto d’acqua”, come fu battezzato dal naturalista tedesco Johann Goeze, che lo scoprì nel 1773) misura circa 1 millimetro; ma in quel millimetro ci stanno 8 zampe con tanto di unghiette che gli danno una capacità di muoversi e di nuotare con un’andatura lenta e un po’ impacciata, che ricorda quella di un orso. E proprio per questa lentezza il celeberrimo naturalista gesuita Lazzaro Spallanzani nel 1777 ribattezzò questo animaletto Tardigrado (ovvero “dal passo lento”), nome con cui il phylum è indicato ancora oggi.

Si potrebbe obbiettare: “che c’è di così strano in questo animale? sono migliaia le specie microscopiche che convivono con noi e vicino a noi”. Vero, verissimo, ma: (1) i tardigradi, che sono bestiole acquatiche pluricellulari, possono vivere un decennio in condizioni di totale disidratazione; (2) possono vivere in ambienti la cui temperatura supera quella dell’acqua bollente o si avvicina allo zero assoluto (come dire: da -200° a +150°C); (3) sopportano perfettamente una pressione maggiore di quella dei più profondi fondali oceanici; (4) radiazioni di intensità migliaia di volte superiore a quella che ucciderebbe un uomo non danno loro alcun fastidio; (5) respirano attraverso la pelle, ma tollerano benissimo la mancanza di ossigeno. Tutte qualità che hanno fatto ipotizzare che siano giunti sulla Terra dallo spazio esterno, cavalcando un meteorite (ipotesi ormai abbandonata in seguito al ritrovamento di tardigradi fossili in strati del Cambriano, un 500 milioni di anni fa).

Insomma, una volta che l’umanità sarà riuscita a cancellarsi dalla faccia della terra, i tardigradi saranno ancora qui a prosperare, tanto più perché le circa 1000 specie attualmente note (che probabilmente sono solo una parte di quelle esistenti) sono molto differenziate: alcune vivono nell’acqua dolce, altre nell’acqua salata, possono riprodursi sia per sessi separati sia per partenogenesi, sono vegetariani ma, all’occorrenza, non disdegnano di mangiarsi altri animaletti, le uova sono molto resistenti: tutte qualità che fanno del tardigrado un organismo assolutamente vincente.

Forse per le loro caratteristiche estreme, forse per la simpatia che suscitano quando si muovono o per la facilità con cui ogni biologo dilettante se li può tenere in casa, sono tra i microorganismi più amati, cui sono dedicate anche pagine di Facebook. Chi volesse saperne di più può trovare in Internet molto materiale, sia divulgativo che scientifico: presso il dipartimento di biologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia esiste da decenni un gruppo di ricercatori che si dedicano a questi prodigiosi animali.

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