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martedì 29 novembre 2016

Il calendario di Cometa di dicembre 2016
in memoria della persecuzione dei passeri

Il nostro calendario dell’ultimo mese del 2016 è dedicato a un uccello comunissimo nelle nostre zone e diffuso in tutto il mondo, il Passero, che si differenzia in una trentina di specie. Originariamente presente nell’Eurasia questo uccellino è stato introdotto da molto tempo nelle Americhe e in Australia, dove si è perfettamente acclimatato.

Si tratta di un uccellino non migratore, socievole e fiducioso, che vive in stormi e frequenta senza problemi la comunità umana in cerca di cibo (è tendenzialmente granivoro ma non disdegna larve e insetti). Per questo motivo è possibile trovarlo non solo nelle zone aperte ma anche nei centri abitati e nelle grandi città.

Nonostante la sua capacità di adattamento le specie europee presentano, negli ultimi anni, una forte diminuzione, L’allarme è stato lanciato nel 2006 in Gran Bretagna, dove si è osservato un dimezzamento del numero dei passeri rispetto a trent’anni prima, ed è stato raccolto da centri di studio di altre nazioni europee. In Italia (dove vivono cinque o sei specie diverse) la LIPU ha riscontrato dati analoghi a quelli inglesi e ha lanciato la campagna di protezione permanente S.O.S. Passeri. Le cause ipotizzate per la diminuzione andrebbero ricercate (come al solito) nell’inquinamento atmosferico e nell’uso dei fitofarmaci.

Fuori dall’Europa si è assistito a una tragica persecuzione di questi uccellini. C’è un caso che tutti dovrebbero conoscere perché dimostra come ogni tentativo, anche in buona fede, di intervenire con violenza sugli equilibri ecologici comporti - in ultima analisi - danni soprattutto per chi lo attua. Si tratta della Campagna contro i quattro parassiti (mosche, zanzare, ratti e passeri) lanciata in Cina, che portò all’uccisione di circa 8 milioni di passeri (della specie Passer montanus) in un solo anno, con il conseguente proliferare degli insetti di cui tali uccelli si nutrivano (cavallette, locuste) che poterono così devastare i raccolti in assenza dei loro predatori naturali. Si ipotizza che questo squilibrio ecologico sia una delle maggiori cause della grande carestia che ne seguì, con la morte di 40 milioni di persone, di cui 15 per fame. Per la cronaca la campagna di derattizzazione non andò tanto meglio: poiché veniva dato un premio a tutti coloro che consegnassero cadaveri di ratto, i contadini cinesi si misero ad allevarli per riscuotere il denaro. Chiaramente non si era tenuto conto della normale avidità umana.

Nota bene, non stiamo parlando del medioevo: questi fatti sono successi verso la fine degli anni ’50 del secolo scorso! Chi volesse saperne di più può leggere questo articolo>.

Viceversa in Europa, in epoca storica, il passero è stato un costante testimone della cultura e del folklore: secondo una leggenda fu l’unico uccello presente al martirio di Gesù, il che lo rese simbolo di trionfo dopo una lunga agonia (secondo una variante di questa leggenda Dio Padre lo punì, perché cantava anche in quell’occasione, legandogli le zampe: è il motivo per cui il passero saltella). Più tardi si impadronirono di questa icona i contadini inglesi, che ne fecero l’eroe della lotta contro i feudatari e il simbolo delle divinità domestiche. La sua presenza è testimoniata nella pittura italiana dalla Madonna del Passero del Guercino (1615), nella letteratura dal Passero solitario del Leopardi che tutti abbiamo studiato (forse anche a memoria, quando si usava) a scuola: per chi non ricordasse riportiamo qui sotto i primi versi:


D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna

Cantando vai finchè non more il giorno;

Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno

Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
S
ì ch'a mirarla intenerisce il core.

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