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domenica 30 luglio 2017

Il calendario di agosto 2017
ovvero
il Geco e la Bionica

La Bionica è una disciplina ingegneristica recente (il suo nome risale al 1958) che ha come obiettivo la riproduzione di funzioni tipiche degli organisti viventi, attraverso strumenti meccanici e/o elettronici.

Il primissimo ingegnere bionico fu senza dubbio Dedalo, che copiò le ali degli uccelli (il che costò la vita a suo figlio Icaro). Una pretesa, quella di volare come un uccello, che, in epoca più recente e documentata dalla storia anziché dal mito, non lasciò insensibile il grandissimo Leonardo, che si ispirò alla natura per molte delle sue celebri invenzioni, ma senza mai abbandonare l’umiltà del genio; scriveva infatti “Ogni azione fatta dalla natura non si pò fare con più brieve modo co’ medesimi mezzi. Date le cause la natura partorisce li effetti per i più brievi modi che far si possa”, ovvero: possiamo copiare la natura per ottenere certi risultati, ma la strada scelta dalla natura sarà sempre e comunque quella più efficiente.

C’è una ragione precisa per questa insuperabile efficienza: nessun elemento della natura è nato d’improvviso, nessun organismo è “nato imparato”, ma ha avuto milioni di anni per diventare quello che è, attraverso un numero enorme di tentativi sempre e solo rivolti alla sopravvivenza. Perché la natura è un campo di gioco pericoloso: o vinci o muori. E vincere significa migliorarsi progressivamente, perché il tuo avversario, quello che vuole mangiarti, fa esattamente la stessa cosa.

Nulla da stupirsi, quindi, se le tecnologie del nostro secolo tentano di imitare le macchine perfette che la natura ha messo a punto.

Esempi e risultati sono sotto gli occhi di tutti, nel bene e nel male. I virus informatici sono frammenti di software che si comportano esattamente come i virus organici; il velcro è stato inventato da un ingegnere svizzero che tentava di capire come ripulire il suo cane dai semi gli rimanevano attaccati dopo le passeggiate in campagna; le foglie del loto, probabilmente le superfici più idrorepellenti che esistono in natura, hanno condotto alla produzione di vernici e colori che respingono lo sporco; i cunicoli dei termitai si sono dimostrati un ottimo modello per la realizzazione di sistemi di ventilazione. E si potrebbe continuare a lungo, soprattutto pensando alla continua evoluzione della bioingegneria.

Per questa ragione, nel calendario di agosto, vogliamo rendere onore a un simpatico animaletto che sta ispirando nuove applicazioni bioniche; è il Geco, che ognuno di noi ha probabilmente visto mentre passeggia o dormicchia attaccato al soffitto o a una parete verticale. Bene: le zampe del Geco non hanno né ventose né colla e sono autopulenti, il Geco pesa pochi grammi, ma per staccarlo dalla superficie - se non è d’accordo - occorre una forza di almeno due chilogrammi. Aderisce con ugual successo al vetro e a qualunque superficie anche levigatissima, all’aperto così come sott’acqua, ma quando vuole se ne distacca immediatamente.

Come fa? il Geco sfrutta una particolare forza elettromagnetica, nota come forza di Van der Waals, che si esercita a livello delle molecole. Sulle sue zampe vi sono quasi 15000 setole per millimetro quadro (una densità centomila volte maggiore dei capelli umani) talmente sottili da esercitare un’attrazione di Van der Waals su qualunque superficie. Quando vuole staccarsi il nostro amico inverte l’inclinazione delle setole e la forza da attrattiva diventa repulsiva. Attualmente è nota una sola superficie su cui il Geco non può arrampicarsi, il teflon, la sostanza più liscia mai prodotta dall’uomo e talmente antiaderente che nessuna colla nota è in grado di fissarsi.

Si potrebbe dire molto altro su questo simpatico sauro. Qui aggiungeremo solo che è dotato di una vista 350 volte più sensibile alla luce di quella umana, che è mimetico e che è l’unico rettile che, anziché sibilare, emette un vero e proprio richiamo articolato. E’ un formidabile cacciatore di zanzare, ma è completamente innocuo per l’uomo, benché sia di carattere un po’ iracondo. Tra le molte leggende che ha generato (come al solito spesso di segno contrario) ricordiamo solo che in Abruzzo il Geco è considerato portatore di fortuna, tant’è che di un giocatore fortunato si dice che “ha un geco in tasca” e - in gran parte dell’Asia - le abitazioni che ospitano i Gechi sono considerate quelle dove si vive più felici.

Molte specie di Gechi sono protetti da numerose leggi internazionali e nazionali. In Italia la sua detenzione comporta la segnalazione al CITES (convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione).

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