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mercoledì 29 novembre 2017

Il calendario di dicembre 2017
ovvero
in memoria di Laika

Non possiamo non unirci al commosso ricordo per la morte di Laika, lanciata nello spazio il 3 novembre 1957 nella capsula Sputnik 2, non dotata di dispositivi di rientro nell’atmosfera.

Erano i tempi della Guerra Fredda, e i sovietici volevano essere i primi a conquistare lo spazio; prima di lanciare un uomo vollero verificare il comportamento di un organismo in assenza di gravità, e scelsero una cagnetta randagia accalappiata nelle strade di Mosca.

Già allora il senso di colpa per il crimine che si stava commettendo era forte: la biologa russa Adilya Kotovskaya, che faceva parte del gruppo di sperimentatori e che oggi ha 90 anni racconta: “Le ho chiesto di perdonarci e ho pianto quando l'ho accarezzata per l'ultima volta”.

Al termine della Guerra Fredda Oleg Gazenko, responsabile della missione, ammise che il lancio di Laika fu un sacrificio inutile.

Non staremo a illustrare né il terribile addestramento cui la cagnetta fu sottoposta prima del lancio né a raccontare della sua atroce fine (in Internet si possono trovare una marea di articoli su questo argomento), ma qui vogliamo ricordare che, se è vero che il sacrificio di Laika fu inutile dal punto di vista scientifico, tuttavia ebbe conseguenze positive sul piano etico, scatenando azioni di protesta in tutto il mondo ed esponendo per la prima volta agli occhi del grande pubblico gli orrori della sperimentazione sugli animali.

Infinite sono le testimonianze che vennero tributate a Laika dopo la sua morte, ma - come scrive in questi giorni Carla Rocchi, presidente dell’ENPA - “tutte quelle celebrazioni postume sembrano decisamente ipocrite, un tentativo non riuscito di pulire le nostro coscienze” e propone di dedicare in modo permanente il 3 novembre a tutti gli animali uccisi dall’uomo col pretesto della conoscenza scientifica, “perché la cagnetta Laika non simboleggia altro se non la volontà di potenza che la nostra specie ha la pretesa di esercitare su ogni altro vivente, una violenza sconfinata di cui soltanto gli uomini sono capaci”.

Questo articolo non è certamente in armonia con l’attesa del Natale, ma abbiamo voluto presentarlo proprio in questo momento in cui milioni di altri animali sono in attesa di essere uccisi e mangiati dall’uomo, animali che resteranno vittime senza nome della golosità festiva. Pensiamoci bene, quando ci sederemo alla tavola natalizia.

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