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martedì 30 aprile 2019

Il calendario di maggio 2019
ANIMALI FANTASTICI

Il nostro piccolo tentativo di inquadrare il rapporto tra uomo e animali all’interno di un percorso storico, ancorché del tutto episodico, continua col calendario di questo mese, dedicato a un animale che non c’è - non si estinto: semplicemente non è mai esistito - anche se ha riempito di sé vasti capitoli dell’arte, della letteratura e della religione.

Gli animali fantastici sono presenti nella storia umana a partire dall’antichità classica. Raramente erano cordiali: la Chimera, “lion la testa, il petto capra, e drago la coda; e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco” (come la descrive Omero nel VI libro dell’Iliade), abitava una grotta dove si nutriva della carne dei viandanti; il Minotauro (corpo umano con testa di toro) esigeva ogni anno il sacrificio di sette fanciulle e sette maschietti; la Sfinge (corpo di leone, testa di donna e ali) era più intellettuale e si divertiva a porre ai viandanti degli indovinelli - se non sapevano rispondere se li mangiava. Ovviamente qualcuno di questi animali meravigliosi era amichevole: il cavallo alato Pegaso fu d’aiuto a Bellerofonte per accoppare la Chimera (secondo un’altra leggenda Pegaso nacque del sangue della Medusa, un’altra simpaticona che come ti guardava ti tramutava in pietra), l’Unicorno, un animale fantastico presente in molte culture antiche, era di indole gentile e collaborativa con gli umani. Quanto ai Centauri (cavalli con tronco, testa e braccia umane) erano giovinastri che possedevano in misura estrema la crudeltà e saggezza degli esseri umani.

Arriva l’epoca cristiana ed ecco che questo bestiario fantastico ereditato dalla classicità si arrichisce d’improvviso. Tutto avviene all’incirca nel terzo secolo per colpa di un autore ignoto che redige, probabilmente in greco, un libello intitolato Il Fisiologo, dove descrive una quantità di animali (reali o meno) con l’intento di attribuire a ciascuno di essi un significato connesso con l’emergente religione cristiana. Tanto per citarne uno, il pellicano veniva assunto a emblema di Gesù Cristo e dell’eucarestia perché - afferma il Fisiologo - il pellicano nutre i suoi figli col proprio sangue.

Nel millennio successivo Il Fisiologo divenne un vero best seller, ovvero venne copiato e ricopiato dagli amanuensi ognuno dei quali aggiungeva qualcosa: un nuovo animale, un testo, una miniatura. Se ne fecero anche nuove e sempre più ricche versioni dando origine a un vero e proprio vasto fenomeno culturale che possiamo chiamare col nome collettivo di Bestiario Medioevale.

Da uno di questi manoscritti, tra i più accuratamente illustrati e meglio conservati, il cosiddetto Bestiario di Aberdeen, redatto in inglese nel XII secolo e catalogato per la prima volta nel 1542, abbiamo tratto l’immagine del nostro calendario. Si tratta del terribile Basilisco, pervenuto alla leggenda cristiana dalla zoologia fantastica del mondo romano, che secondo Plinio sarebbe il più mortale degli animali. Il suo sguardo pietrifica e incenerisce, il suo morso uccide sul colpo, vive solo nel deserto, perché ovunque punta gli occhi qualunque forma di vita si estingue. Non poteva non accadere che un animale tanto spaventoso da diventare simpatico (chi di noi non vorrebbe avere un basilisco da puntare verso i seccatori) non destasse l’interesse di molti intellettuali dell’epoca e degli anni successivi, da Leonardo da Vinci al poeta Shelley ai creatori di libri per ragazzi (Harry Potter) ai giochi di ruolo (Dungeons & Dragons)

Nell'immagine: Cerbero, miniatura ferrarese, XV secolo

Cerbero, fiera crudele e diversa
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa

(Divina Commedia, Inferno, Canto VI)

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