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giovedì 31 ottobre 2019

Il calendario di novembre 2019

FOTOGRAFIA NATURALISTA

Più volte, nei mesi passati, abbiamo dedicato il nostro calendario al rapporto tra espressione artistica e animali, ma con alcune limitazioni: (1) gli animali rappresentati dall’opera d’arte sono stati sempre animali domestici; (2) il “medium” artistico è stato quasi sempre la pittura; (3) tutte le opere presentate appartengono al passato, alla storia dell’arte.

Col calendario di novembre 2019 proviamo a superare simultaneamente queste tre limitazioni, proponendo alcune fotografie contemporanee di indubbio valore artistico che rappresentano animali selvatici.

Ciò di cui parliamo è la fotografia naturalistica, che non è solo l’abilità di scattare qualche immagine di animali in libertà ma che richiede al fotografo l’adesione a un codice etico rigoroso, centrato sulla responsabilità verso la natura. Capacità di comunicare - ovvero la qualità del risultato del lavoro - e senso di responsabilità nell’esecuzione della ripresa sono i due cardini sui quali si impernia l’attività del fotonaturalista: non a caso non pochi tra i fotografi naturalisti provengono dalla militanza in gruppi di difesa dell’ambiente.

Capacità di comunicare significa aver qualcosa da dire e saperlo dire con un’immagine; significa concentrare un messaggio comprensibile al pubblico in una singola fotografia (o un filmato) talmente “potente” da far vibrare il cuore di colui che vi è esposto, che necessariamente trarrà da questa esperienza non solo un’emozione ma soprattutto un insegnamento permanente.

Responsabilità significa rispetto per ciò che si riprende; per usare una citazione trovata in Internet “Questo rispetto deve spingersi fino al punto di sconsigliare al fotografo di scattare una fotografia, se in qualunque modo la sua realizzazione comporta un disturbo, anche minimo, per i soggetti al di là dell’obiettivo. In caso contrario il fotografo naturalista fallisce la sua missione e non può nemmeno essere definito tale”.

In più, la fotografia naturalistica richiede tempo, sforzo e perseveranza. La bella immagine che alla fine arriva al pubblico è spesso il risultato di giorni o mesi di appostamento in condizioni climatiche difficili, del cauto seguire passo a passo il protagonista della prossima immagine, dello studio approfondito che il fotografo deve condurre sul soggetto ben prima di iniziare il lavoro sul campo. La fotografia naturalistica non si accontenta solo dell’amore per la natura (sentimento che tutti condividiamo) ma esige sacrificio quotidiano, qualità umane e capacità tecnica.

Naturalmente qualche volta entrano in gioco anche il caso e la fortuna: trovarsi nel posto giusto nel momento giusto, con la fotocamera pronta a scattare per cogliere l’attimo fuggente. Ciò significa che chiunque di noi, anche senza frequentare contrade lontane, se ogni volta che va a fare una passeggiata (non solo nei boschi, anche in città: in ogni concorso esiste esiste una sezione specifica per gli animali che frequentano i siti urbani) porta con sé una fotocamera, ha buone possibilità di diventare un fotografo naturalista*.

Se lo fate, buon divertimento.

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* sia ben chiaro: gli animali devono essere selvatici e ripresi nel loro ambiente naturale. Quindi fotografare un animale allo zoo, fare il ritratto del gatto di casa, costruire un set dove porre l’animale, effettuare modifiche in postproduzione NON è fare fotografia naturalistica

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