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sabato 30 novembre 2019

Il calendario di dicembre 2019

E' un alieno?

Ogni tanto ritorna di moda l’ipotesi della panspermia, secondo la quale alcune forme di vita, anziché nascere e svilupparsi sulla Terra, vi sarebbero arrivate viaggiando su meteoriti o comete. Benché sostenuta anche da eminenti scienziati (come l’astronomo Fred Hoyle) la maggioranza degli studiosi la considera improbabile.

E’ tuttavia un fatto vero che nel nostro mondo esistono organismi talmente diversi da tutti gli altri viventi da rendere questa idea affascinante: batteri in grado di vivere a temperature superiori a 100°, batteri che producono energia senza ricorrere alla fotosintesi, animali più complessi - come i tardigradi* - in grado di vivere a temperature vicino allo zero assoluto e di resistere a pressioni e radiazioni estreme, batteri fossili databili a soli 500 milioni di anni dopo la formazione delle rocce, quando il pianeta era ancora rovente.Un ottimo candidato - questa volta un organismo superiore - a provenire dallo spazio è il polpo** (e altri cefalopodi che condividono col polpo certe caratteristiche). Sono alcune stupefacenti qualità di questo animale a far sorgere il dubbio (poco condiviso ma intrigante) che si tratti di una forma di vita aliena:
- intanto il polpo ha tre cuori, due dei quali pompano il sangue nei tentacoli, il terzo che gestisce la circolazione nel resto degli organi, e che si ferma quando l’animale nuota;
- il sistema nervoso è articolato in 500 milioni di neuroni (sei volte in più del topo) che sono distribuiti non solo nel cervello ma soprattutto nei tentacoli, ognuno dei quali è quindi una specie di organismo indipendente, che può svolgere compiti autonomi anche quando l’animale è impegnato in altre attività;
- è dotato di una capacità di camuffamento elevatissima, tanto cambiando colore della pelle (fino a tre volte al minuto) quanto assumendo la forma e la consistenza di oggetti precisi (alghe, coralli, conchiglie, …);
- benché abbia occhi enormi, il polpo può percepire la luce anche con tutta la pelle (questa potrebbe essere la base del meccanismo di mimetizzazione);
- può utilizzare la nuvola di inchiostro che emette a scopo di difesa (la cui composizione non è del tutto nota) anche per confondere i predatori, dando a essa forme particolari, ad esempio simulando i tentacoli di una medusa o perfino creando un’immagine di se stesso;
- il polpo è in grado di rimodellare rapidamente il proprio RNA per modificare la risposta ai segnali che gli provengono dalle cellule. Ad esempio può rallentare la velocità di percezione della temperatura dell’acqua quando si immerge in fondali freddi.

Ma la caratteristica che più porta a pensare a un organismo venuto “da fuori” è l’intelligenza:
- il polpo sa orientarsi in un labirinto;
- è uno dei pochi animali in grado di apprendere comportamenti osservando i suoi simili;
- non solo sa svitare un barattolo ma è in grado di aprire un contenitore chiuso col sistema “premi e svita” (quello a prova di bambini, per intenderci);
- è in grado di recuperare in spiaggia due mezze noci di cocco e di ricongiungerle per farci un’abitazione sicura;
- può usare sassi e altri materiali per proteggere la sua tana;
- possiede un’ottima memoria;
- è estremamente curioso.

I biologi hanno creato delle scale comparative dell’intelligenza animale, accertando che quanto più una forma di vita è intelligente tanto più è longeva e socievole. Ebbene, il polpo è un’eccezione: intanto la sua vita è breve (uno o due anni); poi è un animale solitario: mentre delfini, balene, elefanti, scimmie e altri animali dotati di intelligenza tendono a organizzarsi in reti sociali, a gestire relazioni con i loro simili e ad allevare amorosamente i piccoli, il polpo non crea né frequenta alcun gruppo di suoi simili (anzi: può presentare comportamenti cannibali), il contatto riproduttivo è limitato al minimo indispensabile, non forma coppie stabili e i suoi piccoli vengono abbandonati a se stessi immediatamente dopo la schiusa delle uova, perché la durata della cova (sei settimane) indebolisce la madre a tal punto da ucciderla o farla diventare facile preda.

Sono qualità del tutto inattese in un organismo invertebrato, unite al fatto che il polpo era così come lo vediamo oggi 275 milioni di anni fa, quando i cefalopodi persero il guscio che condividevano con gli altri molluschi. Secondo il professor Piero Amodio, studioso di intelligenza animale all'Università di Cambridge, fu proprio questo fatto che, alleggerendo l’animale, gli consentì di diventare più mobile ma lo espose maggiormente ai predatori, per difendersi dai quali il polpo dovette sviluppare un elevato grado di sensibilità ambientale e di intelligenza.

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* nel settembre 2016 abbiamo dedicato un calendario ai tardigradi
** detto anche piovra. Non lo si confonda col polipo, che non è precisamente un animale ma uno stadio vitale di alcuni organismi marini (come le attinie)

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