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mercoledì 1 luglio 2020

Il calendario di luglio 2020

Il ritorno dei grandi carnivori nell'Ossola

Il calendario di questo mese è dedicato al ritorno dei grandi carnivori in Val d’Ossola.

Dell’esistenza di due o tre linci (Lynx linx, lince euroasiatica) si sapeva già qualcosa fin dall’inverno del 2012; purtroppo si tratta di soli esemplari maschi la cui presenza è stata documentata anche negli anni successivi, con tutta probabilità provenienti dalla Svizzera interna dopo un viaggio di un centinaio di km. E quindi improbabile che la specie diventi stanziale, ma è comunque confortante sapere che le linci possono tornare a vivere dalle nostre parti. Nelle cronache locali vi sono contrasti sull’epoca in cui la lince è scomparsa dall’Ossola: probabilmente alla fine dell’800, ma si trovano notizie di avvistamenti fino al primo dopoguerra.

La presenza del lupo è accertata nell’Ossola dal 2001, in margine al progetto dell’Unione Europea denominato LIFE WOLFALPS, che si è concluso nel 2018. L’ultimo lupo dell’Ossola era stato ucciso nel gennaio del 1927 e oggi, a quasi cent’anni da quel tragico (per noi) evento*, potrebbero esistere due piccoli branchi articolati attorno a due coppie.

Il primo grande predatore a dare l’addio alle valli ossolane è stato l’orso, il cui ultimo esemplare fu ucciso nel 1828. Dopo questa data e fino ai primi anni del ‘900 vi furono sporadici avvistamenti nei territori svizzeri al confine ossolano. Ora è comparso un maschio adulto partito dal Trentino (dove è in corso dagli anni ’90 il progetto di reintroduzione LIFE URSUS) che, attraversando le Alpi centrali e sconfinando in Svizzera (a suo rischio, poiché gli elvetici amano sparare agli orsi), è felicemente arrivato da noi. Dovrebbe trattarsi dell’esemplare noto con la sigla M29, un tranquillo plantigrado di 7 anni, di confermata non aggressività verso l’uomo.

Manca ancora all’appello il bellissimo sciacallo europeo (Canis aureus, una specie di piccolo lupo elegante e agile), diffuso nell’Europa orientale e in espansione verso ovest: è certamente presente in Trentino-Alto Adige, un esemplare è stato registrato in provincia di Bergamo nel 2017. Speriamo che quanto prima ci onori della sua presenza.

Il ritorno di questi grandi carnivori nelle valli ossolane è indice del fatto che la maggiore attenzione posta nella difesa e conservazione dell’ambiente sta avendo successo. In questa direzione si muove la sezione provinciale di Italia Nostra che - congiuntamente ad altre Associazioni - ha recentemente proposto la creazione di un centro culturale dedicato alla Val Grande** (documentazione, escursioni guidate, stazione di recupero della fauna selvatica) in una pittoresca ma abbandonata cascina che il cementificatore di turno vorrebbe trasformare una sorta di Disneyland del Lago Maggiore***.

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* era un lupo solitario, probabilmente proveniente dalla Val d’Aosta, ma i giornali dell’epoca inventarono la leggenda de “l’invasione di branchi di lupi nelle regioni dell’Ossola e del Cusio”, a riprova che i giornalisti dell’epoca erano disponibili alla falsificazione della verità né più né meno degli scribacchini contemporanei

** il Parco Nazionale della Val Grande, esteso per 15.000 ettari nelle Alpi Lepontine è un’area protetta istituita nel 1992 al fine di conservare una delle zone alpine più selvagg.e Al suo interno vi sono due riserve naturali integrali (ovvero aree completamente abbandonate a sé stesse, dove la Natura fa in suo corso e l’uomo non può raccogliere neppure un ramo caduto. Per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_della_Val_Grande

*** chi volesse qualche informazione sulla battaglia che Italia Nostra sta conducendo contro l’idea di una Disneyland sul Lago Maggiore, contrapponendola a un modello di turismo sostenibile, può dare un’occhiata al documento in calce al calendario

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