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martedì 30 novembre 2021

Il calendario di dicembre 2021

La canzone animalesca italiana

Ci sembra opportuno che il nostro calendario di Natale sia dedicato a un argomento leggero che avevamo peraltro già preconizzato, ovvero la presenza degli animali nella canzone italiana, che - se non ci avete fatto caso - si presenta come un vastissimo zoo, dove tutte le specie sono ben rappresentate, talora in quanto tali tal altra come metafore (in grassetto i pezzi che potete ascoltare seguendo i link delle pagine aggiuntive del calendario).

La lista sarebbe enorme, se non cominciassimo a spazzar via molto materiale un po’ troppo rétro.

Usignoli, capinere, merli sono animali canterini, ed è ovvio che siano protagonisti di non poche canzoni del secolo scorso, non a caso melodiche. Le rondini non cantano (almeno non bene come i precedenti) ma ritornano al nido, ed ecco, nell’Italia del dopo guerra e dell’emigrazione - del ritorno o del non-ritorno a casa - un fiorire spietato di rondini e rondinelle, cui si aggiungono, per solidarietà di specie, non poche colombe. Un’altra categoria che per questioni di brevità possiamo solo citare è quella della fauna marina: un Paese con oltre 8.000 km di litorali non ha perso l’occasione di mettere in musica una quantità di creature acquatiche*.

Per dovere di completezza tra i pennuti del “calendario cantante” di questo mese ci limiteremo a ricordare il Vola colomba con cui Nilla Pizzi vinse il Festival di Sanremo nel 1952 e il contemporaneo Papaveri e papere (stesso festival, stessa artista, secondo posto) ma non possiamo non contrapporre la gentili creature della Pizzi alla più ruspante Gallina di Cochi e Renato (1973) né all’altrettanto pennuto dei Gufi, che fa una brutta fine in molte lingue: Il gallo è morto, 1965. Quanto alle creature acquatiche citeremo solo U pisci spada (Domenico Modugno, 1955) per la forte carica drammatica (durante una mattanza il maschio si lascia catturare per poter morire accanto alla sua compagna).

Sistemata così in breve la questione di uccelli e pesci, dedichiamoci ai nostri amici domestici.

I cani, per cominciare. Certamente il loro paladino è Francesco De Gregori (nella foto a sinistra) che nel 1975 registra Quattro cani nell’album Rimmel. Poco dopo, nel 1977, ecco Escluso il cane di Rino Gaetano, poi La cagna, che Branduardi musicò nel 1981 a partire da una commovente poesia di Sergej Esenin del 1915. Un po’ più vicino ai nostri giorni troviamo Il pelo sul cuore di Renato Zero (anno 2000) e ancora più vicino Un cane di Emilio Stella (2015). Questi sono solo i più significativi e reali, ma non mancano i cani artificiali: Il cane di stoffa (Pino Donaggio, 1961). Il lupo, che sempre un canide è, compare ne’ I Lupi, di Ivan Graziani (1977) e in Attenti al lupo (Lucio Dalla, 1990). Eugenio Finardi, poi, prende in prestito dai cartoons il suo Vil Coyote (1989).

Il gatto compare nei titoli con una frequenza simile al cane. Certamente la canzone più famosa è quella di Gino Paoli (La gatta, 1961) seguita dal Maledetto gatto di Lucio Battisti (1978) e dalla trovatella Penelope di Francesco Baccini (1989). La canzone antesignana dei gatti è senz’altro lo swing Maramao perché sui morto cantata originariamente dal Trio Lescano (1939), poi ripresa da una quantità di artisti (in realtà è una filastrocca del XVI secolo). I gatti spopolano nello Zecchino d’oro (dai Quarantaquattro gatti del 1968 al Volevo un gatto nero, 1969, al Cha cha cha del gatto nella scatola del 2020, passando per altri titoli simili). Si annovera anche un I gatti del gruppo pop romano Thegiornalisti (album Vecchio, 2012), ma non possiamo dimenticare la splendida canzone in dialetto milanese di Ivan Della Mea El me gatt’ (1962).

Passando ad animali di maggior dimensione troviamo un Attanasio cavallo vanesio (Renato Rascel, 1952), un Cavallo bianco dei Matia Bazar (1976), il cavallo Furia (Mal, 1977), il Cervo a primavera di Riccardo Cocciante (1980), L’era del cinghiale bianco (Franco Battiato, 1979), la surreale Zebra a pois di Mina (1960), Tre briganti e tre somari di Domenico Modugno (tratto dalla commedia musicale Rinaldo in campo, 1961) e molti altri.

Viceversa, passando a una dimensione più ridotta, tipicamente quella di un insetto: Lucciole vagabonde (più nota come Noi siam come le lucciole, una melodia di Cherubini-Bixio del 1927, diventata cavallo di battaglia per più di un cantante), La farfalla impazzita (di Mogol-Battisti, cantata da Johnny Dorelli e Paul Anka al festival del 1968), La zanzara (Rita Pavone, 1966), La mosca (Renato Pareti, 1973), Cicale (Heather Parisi, 1981, che tratta anche delle formiche. Il retro del 45 giri era pure intitolato a un insetto: Mr. Pulce), Il valzer del moscerino (Zecchino d’oro, 1968); e ancora una pletora di canzoni che parlano di maggiolini, di api (Marco Masini, Il giardino delle api, 2015) e perfino di scarafaggi (‘O scarrafone, Pino Daniele, 1991).

Non possono mancare, nel repertorio leggero italiano, i rettili. L’antesignana è certamente la Vipera (cavallo di battaglia di Anna Fougez, 1919), ma indimenticabile resta il Kobra di Donatella Rettore, 1980. Nel panorama della “canzone estiva” spicca Sei come una lucertola cantata, nel 1964, da Jo Fedeli, in seguito quasi scomparso dalla scena musicale nazionale. Non manca un ingombrante Coccodrillo del giovanissimo rapper Matteo Di Falco, in arte Nerissima Serpe.

Vi sono poi canzoni dove gli animali vanno a coppie o a tre a tre o infine a gruppi numerosi. Il gatto e la volpe (Edoardo Bennato, 1977) è un’accoppiata ben nota; Il leone e la gallina (Lucio Battisti,1972, dove il leone è in verità un cane un po’ barbone) sono già una coppia un po’ più strana, ma sempre meno strana della coppia L’elefante e la farfalla (Michele Zarrillo, 1996). Nella Fiera dell’est (Angelo Branduardi, 1976), che riprende la vecchia canzone ebraica Had Gadya, topi, gatti e cani formano un trio indimenticabile. Endrigo, con L’Arca di Noè (Sanremo, 1970), riprende la coppia cane e gatto, ma vi aggiunge gabbiani telecomandati, un cavallo di latta e un toro. Vinicio Capossela riprende ed arricchisce la suite di Camille Saint-Saens, del 1886, producendo lo spettacolo Il Carnevale degli animali e altre bestie d’amore. Mettiamo tra parentesi la canzone più popolata di animali, Nella vecchia fattoria (Quartetto Cetra, 1949) perché si tratta della versione italiana di una filastrocca inglese del 1706.

Finora abbiamo passato in rassegna canzoni in cui gli animali, che compaiono sempre nel titolo, sono protagonisti. E’ una lista certamente incompleta. Ma una lista altrettanto incompleta e certamente molto più lunga sarebbe quella in cui gli animali compaiono sullo sfondo, una strofa qua e una là. Per portare solo qualche esempio: Mimì sarà (De Gregori, 1987: i cani ci girano intorno con le bocche fumanti), Dimmelo tu cos’è (Antonello Venditti, 1982: Il nostro cane non mi riconosce più), Vengo anch’io. No, tu no (Enzo Jannacci, 1968: Aiuto, aiuto, è scappato il leone), Montagne verdi (Marcella Bella, 1972: l’amico mio più sincero, un coniglio dal muso nero), I Watussi (Edoardo Vianello, 1963: Alle giraffe guardiamo negli occhi, agli elefanti parliamo negli orecchi) ed infinite altre.

E chiudiamo col più antropomorfo di tutti gli animali: Il gorilla che Fabrizio De André, nel  1968, ha mutuato dall’omonima (e censuratissima) canzone libertaria di Georges Brassens.

Come è facile immaginarsi, se sono molte le canzoni italiane dedicate agli animali, anche i gruppi si riempiono di nomi animaleschi, quali Camaleonti, Pyrana, Randagi, Falchi, Cani, Gufi, Gatti di Vicolo Miracoli, Pinguini Tattici Nucleari (in realtà marchio di una birra inglese), Squali (primo nome dei Dick Dick), Juaguars (primo nome dei Pooh) e certamente molti altri.

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* ecco una lista necessariamente incompleta di titoli di pezzi dedicati a volatili e pesci: Rondine al nido, Rondinella forestiera, Volo di rondini, E le rondini sfioravano il grano, Rondinella messaggera, Rondini amiche, Rondine di maggio, Rondini del mio cuore, Tango delle Capinere, Capinera, Dio del cielo se fossi una rondinella (in realtà un canto dei soldati della Prima Guerra, restituito al mondo della canzone negli anni ’50), Il gabbiano infelice (Guardiano del Faro), Gli uccelli (Franco Battiato), Il corvo Joe (Baustelle), Pesciolino rosso, Come fanno i pesciolini, Il pesciolino stanco, Povero pesce, Le trote blu, Il gamberetto, Delfini (Modugno), Moby Dick (Banco del Mutuo Soccorso), Le Sirene (Capossela), …

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