Il calendario di febbraio 2022
La bufala del riscaldamento globale
Sarebbe ovvio pensare che chiunque sia interessato all’ambiente apprezzi la cosiddetta “transizione ecologica” intrapresa dall’Europa. Dovrebbe trattarsi di un cambiamento epocale voluto dagli esseri umani per proteggere l’ambiente e se stessi.
Ma, come sempre, quando si tratta di una decisione politica non si può mai essere sicuri né della buona fede né del vantaggio che ne trarranno i cittadini.
L’anima di questa transizione è, in ultima analisi, un gruppo sovranazionale chiamato IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change - Gruppo intergovernativo sul Cambiamento Climatico) che fa capo all’ONU, cugino di quell’altro gruppo sovranazionale di nome OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui abbiamo molto sentito parlare in questi ultimi due anni.
A partire dal 1990 l’IPCC ha rilasciato sei rapporti (un altro è previsto per la fine del 2022) che hanno come punto focale i danni prodotti dal cambiamento climatico. Giusto per inquadrare il problema, a costo di voler essere un po’ pettegoli, segnaliamo da subito che nel 2009 la credibilità dell’organismo è stata messa in dubbio dal fatto che alcuni scienziati che ne facevano parte avessero nascosto un po’ di studi che negavano il cambiamento climatico; un’altra stranezza è emersa in relazione all’affermazione, fatta dal direttore dell’istituto, l’economista indiano Rajendra Kumar Pachauri, che entro il 2035 i ghiacci dell’Himalaya si sarebbero sciolti, notizia che ha scandalizzato non pochi ricercatori e che l’istituto attribuì a un errore di stampa del testo (dove si doveva leggere 2350 anziché 2035 - altri ricercatori confermarono che non vi era stato alcun errore)*. Un ulteriore personaggio non poco chiacchierato coinvolto nell’IPCC è Al Gore, già vicepresidente di Clinton, cui fu perfino tributato il Nobel per la pace nel 2007; nel suo discorso a Oslo affermò che la calotta polare artica si sarebbe completamente fusa in “sette anni a partire da oggi”.
Bene, bando ai pettegolezzi e veniamo a questioni più serie. Il punto è che - secondo l’IPCC - (1) la temperatura della Terra sta crescendo e (2) la causa fondamentale di tale innalzamento è l’anidride carbonica prodotta dall’uomo.
Per il momento parliamo solo della prima questione e rimandiamo al prossimo calendario il discorso sulla CO2. Ovvero proviamo a rispondere alla domanda se sia in corso un cambiamento climatico e quali ne possono essere le conseguenze.
Negli anni ’70 del secolo scorso si diffuse un vasto timore per il raffreddamento globale La fonte era un libro, famosissimo allora e ancora oggi diffuso, dal titolo “I limiti dello sviluppo”. L’ente che aveva pubblicato il rapporto esiste ancora ed è il Club di Roma, i suoi componenti sono imprenditori, politici, economisti e scienziati, un gruppo del tutto simile a quello dell’IPCC. La tesi fondamentale del rapporto riguardava l’esaurimento delle scorte energetiche cui avrebbe fatto seguito la catastrofe del raffreddamento globale, che avrebbe riportato la civiltà umana all’epoca delle caverne.
Passano 50 anni (50 anni di fronte ai fenomeni climatici, che si sviluppano in milioni e centinaia di milioni di anni, sono nulla) ed ecco che prevale la tesi opposta: al, giorno d’oggi il 98% degli articoli scientifici sul clima sostiene il riscaldamento globale, e ne trae le stesse conseguenze disastrose (riduzione della biodiversitò, innalzamento del livello dei mari, uragani e altri eventi catastrofali e così via) che avrebbero fatto seguito al raffreddamento globale**. Certo, fa impressione il fatto che la stragrande maggioranza dei ricercatori sia passata da un’idea a quella opposta, ma proviamo a fare tesoro dell’esperienza di questi giorni: ogni sera possiamo vedere in TV la massa dei nostri virologi da salotto che un anno fa erano tutti d’accordo su previsioni catastrofiche e - visto che non si sono avverate nonostante la falsificazione sistematica dei dati, ancora in corso - stanno rapidamente facendo marcia indietro. Come dire che un’opinione diffusa non è necessariamente una verità (tanto più quando cambia di giorno in giorno).
Potremmo addentrarci in profondità sulle ragioni di questi repentini cambi di parere da parte dei cosiddetti scienziati, ma non è questa la sede per un discorso che sarebbe soprattutto politico. Quindi proviamo a ragionare sui dati disponibili.
Nessuno sa con certezza perché avvengano le glaciazioni. Sicuramente hanno un ruolo importante la variazione dell’orbita terrestre intorno al Sole, l’oscillazione dell’asse della Terra, l’andamento dell’attività solare e forse anche l’attività vulcanica con la conseguente dispersione di ceneri e gas che intercettano la luce solare. L’unica cosa certa è che le glaciazioni sono cicliche. Tra ogni glaciazione - che dura qualche milione di anni - e la successiva, si collocano periodi cosiddetti interglaciali, intervalli di riscaldamento progressivo (durata da 10.000 a 15.000 anni) e periodi glaciali (durata circa 100.000 anni) durante i quali la temperatura si abbassa.
Ebbene, noi viviamo in un’era glaciale iniziata circa 3 milioni di anni fa, e entro quest’era, viviamo in un periodo interglaciale, detto Olocene, il cui inizio è databile a circa 8.000 anni a.C.. Probabilmente ci troviamo verso la fine dell’Olocene e pertanto, muovendoci verso la prossima glaciazione, dobbiamo aspettarci ancora un periodo di raffreddamento o al più di stabilità termica di qualche migliaio di anni.
Ma l’abbiamo presa un po’ alla lontana. In fondo l’uomo della strada, quello che dice “non ci sono più le mezze stagioni”, “al Mottarone non cade più la neve, quando io ero piccolo sciavamo da novembre a marzo”, la cui prospettiva è limitata ai suoi pochi anni di vita, vorrebbe sapere che cosa sta succedendo, se andiamo verso il freddo (alla lunga è certamente così) o ci aspetta qualche anno torrido? Allora guardiamo dati più vicini a noi nel tempo e nello spazio:
- nel 218 a.C. Annibale poté varcare le Alpi scendendo verso le Valli di Lanzo con i suoi elefanti perché in quell’epoca le temperature erano maggiori o uguali a quelle odierne (mentre verso il 1000 a.C. erano significativamente inferiori). Si tratta del cosiddetto “periodo caldo romano”, dal 250 a.C. al 400 d.C.;
- dal IX al XIV secolo l’olivo e la vite venivano coltivati perfino nel nord della Gran Bretagna, i Vichinghi colonizzarono la Groenlandia (la memoria del fatto si ritrova ancora nel nome di quest’isola, che significa terra verde), il clima europeo era mediamente molto più caldo di quello attuale. E’ il cosiddetto “periodo caldo medievale”;
- dalla metà del XIV secolo fino alla metà dell’800 le temperature crollarono, a Londra il Tamigi si ghiacciò, a NewYork si poteva andare a piedi alla Staten Island, la Groenlandia venne abbandonata dai suoi abitanti, le carestie uccisero milioni di persone. E’ la “piccola era glaciale”, il periodo in cui i ghiacciai in Europa raggiunsero la massima estensione.
Già da questi pochi esempi, che potrebbero essere arricchiti, possiamo solo concludere che il clima fa quello che vuole e che ogni tentativo dell’uomo di modificarne (per buona o cattiva volontà) l’andamento appare ridicolo e stupido, come quello del più giovane dei chierichetti che voglia sostituirsi a Dio. Per tornare ai nostri giorni, con buona pace dei molti climatologi che spesso la nascondono, una piccola verità scientifica: l’estensione del volume del ghiaccio artico è raddoppiata negli ultimi dieci anni.
Ma vogliamo essere generosi, e condividere, per pura accademia, la diffusa opinione che il nostro pianeta si stia riscaldando. Siamo così sicuri che sarebbe un male? Siamo in grado di rispondere alla banale domanda “Quale dovrebbe essere la temperatura ideale della Terra?” Ci siamo mai chiesti perché al calduccio ai Tropici esiste un numero di specie animali dieci volte superiore a quello dei poli? Parafrasando una celebre frase dell’attrice Mae West: “Sono stato ricca e sono stato povera. Credetemi, ricca è meglio.” uno storico del clima ha detto: “E’ stato caldo ed è stato freddo. Credetemi, caldo è meglio.“ Purtroppo non sarà così e ciò non ostante l’Europa vorrà tenerci ancora più al freddo.
La peggiore conseguenza, e probabilmente la vera motivazione, di questa bufala del riscaldamento globale è che, concentrando l’attenzione del pubblico su un singolo (falsissimo) problema, la distrae da quello che è il vero, autentico, problema: l’inquinamento, la presenza di veleni in tutto ciò che mangiamo e che ci circonda, le conseguenze del consumo sfrenato verso il quale il grande capitale ci ha spinto, le isole di plastica degli oceani, le 40.000 tonnellate di abiti dismessi che vengono disperse ogni anno nel deserto cileno di Atacama, dove rimarranno almeno 200 anni prima di biodegradarsi. Lo sapevate, cari Amici, che la produzione di abbigliamento è raddoppiata negli ultimi cinque anni e che per realizzare un paio di jeans vengono consumati 7.500 litri di acqua? Ma chi se ne frega, meglio impegnarci solo per contenere la temperatura, rendere tutto green, il green si vende bene.
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* forse c’è da chiedersi con quali criteri l’ONU sceglie i responsabili dei suoi gruppi scientifici. Pechauri fu costretto a dimettersi dalla carica di direttore dell’IPCC a causa delle molestie sessuali verso nove delle sue collaboratrici, ma non prima di aver tentato di ottenere dal governo un provvedimento che impedisse ai mezzi di informazione di massa di pubblicare la notizia. Il direttore dell’OMS, Ghebreyesus, è stato accusato di nepotismo, della sterilizzazione forzata di migliaia di donne, dell’insabbiamento di tre epidemie di colera durante il suo mandato di ministro della sanità in Etiopia e di incapacità durante la pandemia di Covid. Magari si tratta solo di pettegolezzi, ma se si possono leggere su Wikipedia, molto vicina ai centri del vero potere, resta il dubbio che alcune cose siano successe davvero
** il fatto che molti ricercatori possono essere al soldo di qualcuno non li rende meno intelligenti e creativi. Per giustificare il passaggio dal timore del raffreddamento globale a quello del riscaldamento globale hanno ripreso la vecchia teoria dell’oscuramento - altrettanto globale - secondo cui il riscaldamento è stato mascherato da una diminuzione della quantità di luce solare che penetra sulla terra. Cogliendo la palla al balzo il solito Bill Gates ha proposto un intervento di oscuramento del pianeta (“Dim the sun”) per combattere il riscaldamento globale
nella foto a sinistra: la Laguna di Venezia ghiacciata, febbraio 2012 |