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domenica 31 luglio 2022

Il calendario di agosto 2022

Hic sunt leones

Nella nostra progressiva semplice esplorazione del rapporto tra animali e creazione artistica non possiamo dimenticare quelli che - con una vecchia espressione pre-animalista - venivano chiamati “belve” o “bestie feroci”, che erano poi essenzialmente gli animali esotici di grande taglia (con qualche possibile eccezione per specie locali quali il lupo e il cinghiale).

Diciamo subito che in area mediterranea non esistono rappresentazioni realistiche di belve precedenti l'età imperiale romana. Gli Egizi cooptarono più o meno tutti gli animali, feroci o meno, e li travestirono da divinità: leopardi, coccodrilli, ippopotami, serpenti, avvoltoi, sciacalli, falchi, tori, gatti, scorpioni, mucche e un bel po' di altri trovano posto nel vastissimo pantheon egiziano, la cui mutevolezza è stata permessa dalla lunghissima durata dei regni faraonici*. Quanto ai Greci, erano un po' troppo occupati a dipingere sulle anfore dèi litigiosi e fanciulle che volteggiano tra le corna dei tori per accorgersi che esistevano anche bestie feroci. Insomma: su una sponda del Mediterraneo le belve figuravano sui pannelli religiosi e dall'altra sulle stoviglie di casa.

Poi arrivano i Romani, sono autentici sanguinari (come c'è da aspettarsi da gente che è stata allattata da una lupa) e hanno un sacco di tempo libero**. Come occuparlo? i più ricchi se ne vanno nello loro ville di campagna, i meno ricchi lo passano nelle taverne o alle terme, quelli acculturati vanno a teatro, gli sportivi frequentano le gare di atletica e le corse dei carri, ma tutti - proprio tutti - amano gli anfiteatri, dove lo spettacolo preferito è lo spargimento di sangue. Specialmente in epoca imperiale il potente di turno che vuole raccogliere il favore popolare organizza una venatio ad bestias, ovvero uno spettacolo in cui i cacciatori uccidono animali feroci portati appositamente in loco, anche a migliaia. Nella prosecuzione dello show, chiamata damnatio ad bestias, i ruoli si invertono: si mandano nell'arena i condannati a morte (tipicamente delinquenti di basso livello e - soprattutto a partire dall'impero di Diocleziano - cristiani) con le mani legate, tanto per sicurezza, e si lascia che le fiere facciano il loro lavoro.***

Un fenomeno sociale (panem et circenses) che consente ai nostri progenitori di vedere le bestie feroci in un'ottica estremamente realista, e ciò alimenta la loro capacità di rappresentarli in forma artistica, soprattutto nei mosaici che decorano le domus.

Sopraggiunge il Cristianesimo, l'imperatore si converte, i persecutori dei cristiani diventano perseguitati. Fine del divertimento: un po' di feste pagane vengono adeguate alla nuova fede istituzionale, ma un bel po' vengono soppresse. Soprattutto, basta col sangue: verso il V secolo tutti gli spettacoli cessano, inizia il Medioevo, tanto il popolo quanto gli intellettuali si dimenticano di come sono fatte le bestie feroci, le cui rappresentazioni assumono sempre più un significato allegorico in seno alla Cristianità, tendono a confondersi con i monstrua che popolavano i bestiari dell'epoca diventando piuttosto irrealistiche.

Nel Rinascimento i leoni tornano a essere concreti, ma ormai sono diventati ornamenti di pietra da porre all'ingresso delle cattedrali o marchi di fabbrica, come il Leone da San Marco. La battaglia è persa per sempre: l'emergente borghesia artigiana e commerciale preferisce quadretti del cagnolino di casa e del gattino prediletto della bambina, preludio agli sdolcinati animaletti di Walt Disney.

Le povere terribili belve cadono sempre più nel dimenticatoio. Per questo motivo vogliamo celebrare, nel nostro calendario, due pittori contemporanei, che hanno ridato loro forza, aggressività e la dignità di una giusta crudeltà: Henri Rousseau (1844-1910), detto Il Doganiere, e Antonio Ligabue (1899-1965). Sono due pittori naif, nessuno ha insegnato loro a dipingere, la loro espressività non è corrotta da scuole e movimenti, rendono alle bestie feroci la loro forza primitiva. Non a caso Rousseau sarà ignorato e perfino deriso dagli accademici suoi contemporanei e Ligabue sarà ricoverato a più riprese in manicomio. Come molti grandi, saranno riscoperti solo alla loro morte.

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* il fenomeno di attribuzione del ruolo di divinità a un animale (o a una fusione di parti di animale tra loro o con membra umane) è noto come teriomorfismo, e oltre in Egitto, è presente in molte culture
** gli antichi Romani ignoravano la suddivisione del tempo in settimane, quindi non esistevano giorni di non lavoro nel senso attuale. Ma avevano una infinità di periodi festivi fissi cui si aggiungevano occasioni particolari, come una vittoria militare, un'inaugurazione e così via. I giorni dedicati all’otium erano più o meno dello stesso numero di quelli dedicati alle attività produttive (negotium)
*** il popolo romano era molto sofisticato e i potenti dell'epoca, sempre restando fedeli allo spargimento di sangue, offrivano spettacoli differenziati: oltre alla caccia vi erano i combattimenti di animali, spesso ponendo una contro l'altra specie diverse (ippopotami contro leoni, ...) e soprattutto una varietà di tipologie di ludi gladiatori, che - al solito - costituivano il secondo tempo dello spettacolo

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