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mercoledì 30 novembre 2022

Il calendario di dicembre 2022

Un fortunato matrimonio d'interesse

Li abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni: sono quelle macchie verdi, ma anche gialle, grigie, rosse, che compaiono sulle pietre e sui mattoni esposti all’aria. Fanno pensare alla muffa e al muschio, ma sono tutt’altra cosa: sono Licheni, si stima che coprano almeno il 6% della superficie terrestre. Sulle pietre di Stonehenge se ne contano cento tipi diversi, sulle facciate e sui sagrati delle chiese europee, per non parlare delle pietre tombali dei cimiteri, se ne contano centinaia. C’è chi tenta di eliminarli per riportare i manufatti allo splendore originario, ma c’è anche chi sostiene (e noi siamo tra questi) che la loro presenza aggiunge valore estetico a pietre e tegole. In effetti le incrostazioni di Licheni “fanno antico”, testimoniano il passare del tempo, l’incedere impietoso della storia.

Eppure, anche tra gli amanti della Natura, ben pochi sanno che i Licheni non sono organismi singoli, come può esserlo un gatto, un platano, un batterio. I Licheni sono una simbiosi di due esseri viventi: un fungo e un’alga*. Le propaggini del fungo (ife) avvolgono l’alga formando una struttura, il tallo, con cui l’organismo si fissa sul supporto (pietra, ma anche corteccia o foglia di un albero). La complessità di questo organismo multiplo ha fatto sì che il Lichene venisse riconosciuto solo in epoca recente: la sua natura simbiotica venne documentata nel 1867 (dal botanico svizzero Simon Schwendener). Benché I Licheni siano individui compositi la loro peculiarità è tale che anche per essi si utilizza l’abituale classificazione botanica, che riconosce circa 15.000 specie** diffuse in tutto il Pianeta e negli ambienti più disparati.

Il fungo e l’alga collaborano perfettamente: l’alga effettua la fotosintesi producendo carboidrati che nutrono il fungo, quest’ultimo cede all’alga sali minerali e acqua, oltre alla protezione data dalle ife che si intrecciano al di sopra dell’alga.

Un matrimonio di interesse che comincia nel Devoniano, 400 milioni di anni or sono. A quell’epoca i Funghi, che già prosperano sul Pianeta da almeno 300 miiioni di anni, sono eterotrofi, cioè possono vivere solo nutrendosi di materia organica, ma la loro carica vitale è forte e allora ricorrono a processi di adattamento: alcuni cominciano ad apprezzare la materia morta, altri diventano parassiti (si nutrono di materia viva, ma a spese dell’ospite) altri si inventano in connubio con le alghe***. Quest’ultima strategia è per l’appunto la lichenizzazione: ci mettiamo insieme con mutuo vantaggio, facciamo dei piccoli, lasciamo che si riproducano. Come tutti i matrimoni d’interesse quello dei nostri due**** è senza vincoli di classe sociale: una data specie di fungo può entrare in simbiosi con più specie di alghe (e viceversa) e l’organismo che si origina ha caratteristiche che non si osservano né nel fungo né nell’alga, maggior vitalità, resistenza e adattabilità, senza dimenticare i metaboliti che produce e che né il fungo né l’alga sarebbero in grado di sintetizzare. Una prova della sua esuberanza si ritrova nel fatto che è il primo vegetale a insediarsi sulle rocce eruttive e sulle colate laviche.

E’ interessante notare che il matrimonio non è avvenuto volta sola: recenti studi dimostrano che la lichenizzazione si è svolta simultaneamente in numerosi gruppi non imparentati, cioè i Licheni non discendono da una prima coppia di Adami ed Eve, ma nel Devoniano funghi e alghe si sono messi insieme qua e là (per dirla con i botanici i Licheni sono un gruppo polifiletico). Con i Licheni, Gaia ha provato a percorrere un nuovo sentiero, che si è mostrato di grande successo: ha generato un organismo quanto mai vitale, può riprodursi in via sessuata quanto asessualmente, alcune specie vivono tranquillamente fino a 300 anni, c’è chi ha provato a lasciarlo per due settimane nello spazio vuoto da cui è tornato sano e vivace.

I Licheni amano le pietre ma anche gli alberi. I cianobatteri che ne sono parte sono in grado di fissare l’azoto atmosferico, fattore chiave per la crescita della foresta. Sono proprio i Licheni che crescono sulla superficie degli alberi che costituiscono un indicatore molto sensibile ed economico della natura e del livello di inquinamento dell’aria, soprattutto per quanto concerne l’anidride solforosa, responsabile delle piogge acide.

I Licheni hanno un’assoluta importanza come elemento nutritivo: le renne non potrebbero superare i mesi freddi se non esistessero i Licheni, che costituiscono la loro unica fonte di alimentazione durante l’inverno artico. Benché le specie utilizzate direttamente nella nutrizione umana siano poche, l’uomo li impiega da sempre in molte attività: la produzione dei coloranti per tessuti, dei profumi e dei cosmetici, perfino per l’imbalsamazione nell’antico Egitto; ma il loro vero punto di forza è la capacità di rilasciare una quantità di sostanze, i cosiddetti acidi lichenici, ancora in gran parte non studiati, di particolare interesse sanitario (proteine, vitamine, antiossidanti).

Per concludere questo breve excursus sui Licheni, diremo che - in tempi recenti - essi stanno dando un contributo all’arte: in architettura, utilizzando superfici appositamente ingegnerizzate per favorire la crescita dei Licheni, nei versi del solitario poeta Camillo Sbarbaro (che fu anche un illustre lichenologo, “L'autore italiano che più somiglia alla materia di cui è stato studioso”, Rai Play, 1 marzo 2021), nei quadri del pittore catalano Antoni Pitxot.

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* nella massima parte dei Licheni il fungo appartiene alla divisione degli ascomiceti (anche i tartufi sono ascomiceti) e l’alga è una clorofita (alga verde) o un cianobatterio (alga azzurra). Vale la pena di ricordare che il fungo non è costituito solo dalla parte (per l’appunto a forma di fungo) che affiora dal terreno, ma soprattutto da un apparato radicale, detto micelio, che può raggiungere dimensioni enormi: su Scientific American è documentato il micelio di un’Armillaria ostoyae (il nostro fungo chiodino) individuato in Oregon nel 1998, che si estende su una superficie di oltre 1500 campi da calcio e potrebbe avere oltre 2000 anni, rendendo l’esemplare il più grande e uno dei più antichi esseri viventi del pianeta. Più vicino a noi, nel Parco Nazionale Svizzero, è stato scoperto un micelio che ricopre una superficie di oltre 50 campi da calcio, e la cui età potrebbe essere di un migliaio di anni
** altre fonti indicano da 25.000 a 60.000 specie
*** non tutti i Funghi simbionti hanno scelte le alghe come partner di vita. Molti sono quelli che si scambiano sostante nutritive con le radici delle piante
**** in realtà si tratta più che altro di un matrimonio poligamo: Adamo (il fungo) è uno solo, l’alga (Eva) è una colonia di unicellulari. Peraltro molte specie di funghi lichenizzati si sono talmente adattati a convivere con le alghe da non essere più in grado di sopravvivere da soli se non in culture di laboratorio

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