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venerdì 30 giugno 2023

Il calendario di luglio 2023

Celebri padroni di cani

Molti sono i cani passati alla storia, ma non tutti sono realmente esistiti.

Lo star system ha dato un grande contributo alle celebrità canine, e se è pur vero che dietro ai vari Lassie, Rin Tin Tin, Zanna Bianca, al commissario Rex, a Beethoven esistono cani veri (spesso più di uno), il loro merito è semplicemente quello di essere dei buoni attori.

Ben al di sopra di questi si colloca la categoria dei cani reali che sono diventati celebri per meriti propri: non vi è nazione che non vanti esempi spontanei di fedeltà assoluta come il giapponese Hachikō che per dieci anni attese invano il defunto padrone alla stazione di Shibuya o l’italianissimo Fido che dal 1943 al 1958 attese inutilmente il ritorno del padrone alla fermata dell’autobus di Luco del Mugello; in questo gruppo possiamo inserire anche una molteplicità di cani la cui fama è legata ad abilità personali, come il bull terrier Stubby, promosso al rango di sergente dell’esercito degli Stati Uniti per aver salvato il suo reggimento da un attacco con gas asfissiante sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale (Stubby è il più famoso, ma sono molti i cani occupati in operazioni belliche che hanno contribuito valorosamente alla salvezza dei soldati, anche in Italia).

Una menzione a parte meritano i cani che hanno contribuito - magari perdendo la loro vita - ad imprese scientifiche, come i tanti cani del programma spaziale russo, valga per tutti la cagnetta Laika, cui abbiamo dedicato un calendario nel sessantesimo della morte (dicembre 2017). Ma quanti sono i cani anonimi, mai passati alla storia, vittime di sperimentazioni assurde nel supposto interesse dell’uomo?

Il calendario di questo mese è dedicato a un gruppo residuo di cani, la cui celebrità discende da quella del proprietario: a partire dal Chow-chow di Sigmund Freud, che era in grado di cogliere lo stato psicologico del paziente e abbaiava per avvertire la fine della seduta alla celeberrima Titina, che per due volte fu al Polo Nord insieme al comandate Umberto Nobile, passando per Boatswain cui Lord Byron dedicò un epitaffio che ancora oggi ci commuove. Si tratta di una rassegna certamente non completa e un po’ aneddotica di cani veri, realmente vissuti accanto al loro padrone, con cui hanno condiviso esperienze di vita spesso durate lunghi anni. L’unica eccezione è Argo, il cane di Ulisse, la cui unica menzione è nel libro XVII dell’Odissea: non sappiamo se sia vissuto realmente, ma la sua figura è talmente coinvolgente e presente a tutti noi da costituire l’archetipo della fedeltà.

nell’immagine: il comandante Umberto Nobile con la sua cagnetta Titina

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