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lunedì 31 luglio 2023

Il calendario di agosto 2023

Non esiste alcuna emergenza climatica

Di questi tempi l’Europa meridionale e soprattutto l’Italia è diventata terra di record: temperature mai raggiunte prima ed eventi catastrofici in abbondanza. Siccità e alluvioni. Le vittime non si contano, i turisti nordici (ovviamente quelli sopravvissuti) risalgono rapidamente verso le loro fresche terre. L’emergenza è perenne. La colpa è ovviamente del cambiamento climatico e il responsabile del cambiamento climatico non può che essere l’uomo. Una verità talmente vera che non condividerla sarà punibile a norma di legge: il portavoce dei Verdi europei, certo Angelo Bonelli, deputato al Parlamento italiano, ha proposto il reato di “negazionismo climatico”, che ha fatto scompisciare dalle risa non solo la rete ma perfino qualche giornalista allineato.

Non intendiamo qui riaprire il discorso sul clima, cui abbiamo già dedicato un paio di calendari*, ma piuttosto tentare di analizzarne la narrativa di contorno, che è altrettanto mutevole quanto il clima, e le sue ragioni.

La vicenda prende avvio negli anni ’70 del secolo scorso, quando sul Time magazine si poteva leggere che “l’atmosfera ha subito un crescente raffreddamento negli ultimi tre decenni e che tale trend non dà segnali di inversione” e “il raffreddamento lascia presagire un drastico declino della produzione di cibo” (Newsweek, 1975). In quegli anni il Club di Roma (un gruppo di politici, opinionisti e uomini d’affari) pubblica il celebre volume “I limiti dello sviluppo”, che conferma la catastrofe prossima ventura e il gelido inverno che di lì a poco avrebbe avvolto il Pianeta, quando le risorse energetiche si sarebbero esaurite. La spinta del Club di Roma viene progressivamente meno con la fondazione dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico*) che si dedica esclusivamente alla problematiche del clima: così come il Club di Roma, l’IPCC non è un organismo di ricerca, ma un nucleo di analisti politici, economici e scientifici. Negli anni ’90 partorisce un paio di idee vincenti: (1) è la CO2 prodotta dall’uomo che danneggia il clima, e (2) lo danneggia facendo alzare la temperatura del Pianeta. Quindi la catastrofe climatica non avverrà più all’insegna del raffreddamento ma sarà generata dal Global Warming**: un bel voltafaccia che ha prodotto una verità ancora vincente, benché il concetto sia in corso di demolizione e si cominci a parlare di cambiamento e non di riscaldamento climatico. Ma che il clima sia più caldo o più freddo o costante, sempre lui è il colpevole degli “eventi estremi”.

Cosa significa evento estremo? Chi abbia un po’ di famigliarità con la statistica può consultare il sito EM-DAT The international Disaster Database (https://www.emdat.be/ occorre registrarsi ma l’accesso è gratuito per utenti privati) dove troverà bellissimi dati certificati (tra cui 600 casi di temperature estreme). Chi invece si accontenta di quel che passa il convento, basta che guardi la TV o legga un quotidiano: qualunque acquazzone estivo è estremo, anzi, giusto per drammatizzare, è una bomba d’acqua, e se non piove allora c’è la siccità. Non si vuol qui negare l’esistenza di fatti atipici né di reali catastrofi, ma semplicemente che la loro frequenza e intensità nulla ha a che vedere col cambiamento climatico, come ci rassicura una molteplicità di climatologi indipendenti. (In appendice al calendario è esposto un testo che in poche righe riassume tutti gli eventi realmente estremi avvenuti in Italia dagli anni ’50 ai primi anni del nuovo millennio.) C’è poi da chiedersi quanto giochi nelle cause di eventi catastrofici l’indifferenza verso la tutela preventiva del territorio, tanto più che il nostro Paese è per sua natura assolutamente fragile, ma questo è un discorso che ci porterebbe molto lontano dal tema del calendario.

Nel 2014, quando la discussione sul clima non si era ancora scaldata come oggi, il premio Nobel Carlo Rubia,  durante un’audizione in Senato, ha affermato che non esisteva alcuna emergenza climatica. Nel settembre del 2019 un gruppo di 145 scienziati italiani ha presentato una petizione al Capo dello Stato sostenendo con dati certi la stessa tesi; tra essi vi sono Franco Prodi, docente di Fisica dell’Atmosfera, Renato Ricci, già presidente della Società di Fisica europea, Antonino Zichichi e molti altri insigni ricercatori. Passa qualche anno, siamo ai nostri giorni, il fronte negazionista si allarga: arriva un manifesto, There is no climate emergency, in cui oltre 1500 scienziati del clima si schierano compatti contro il presunto contributo dell’uomo alle variazioni del clima. Ma nel marzo del 2023 l’IPCC rilascia un rapporto in cui afferma - come al solito - tutte le magagne meteorologiche sono causate dal clima, e molti lo accolgono come una nuova Bibbia.

Non sembra che vi sia qualcosa che non funziona? che le contraddizioni siano un po’ troppo abbondanti?

La contraddizione scompare quando ci rendiamo conto di una piccola verità: l’economia si è impossessata della politica e la politica di è impossessata della scienza. Organismi come l’IPCC, l’OMS e molti altri sono alimentati da capitali privati, tipicamente delle multinazionali, così come le Università e i centri di ricerca. La ricerca scientifica costa e qualcuno deve metterci i soldi, in cambio dei quali vuole risultati che possano essere utilizzati per fare profitti; la massima parte degli scienziati è perfettamente consapevole che se produrrà risultati in contrasto con le attese di chi gli elargisce il denaro non solo non ne avrà più ma gli sarà dato l’ostracismo, gli saranno tolte le onorificenze, non sarà più chiamato in TV, il suo nome scomparirà dalla rete, se ne parlerà solo come di un complottista o di un dilettante. Nella medesima situazione si trovano i giornalisti e i divulgatori scientifici. Pecunia non olet e se il prezzo da pagare è la menzogna, poco male. Così la civiltà occidentale sprofonda sempre più in quella che potremmo chiamare l’epoca della menzogna o - come potrebbe dire chi volesse abbellire e giustificare il concetto - nel tempo della post-verità, la verità liquida, che sostituisce all’evidenza scientifica e all’esperienza personale la sudditanza alle idee dei soggetti più organizzati e aggressivi. Il professor Franco Prodi citato più sopra ha riassunto elegantemente la questione in una intervista a Repubblica: “Non siamo in condizione di prevedere il cambiamento climatico futuro. È la politica internazionale o non so quali altri interessi nascosti che accreditano una conoscenza già acquisita. Ma questo fa molto male alla scienza”.

Che poi questi interessi tanto nascosti non sono, ma fanno parte di un disegno generale dal World Economic Forum (WEF, noto anche come forum di Davos, cui fanno capo quasi tutti i politici e i grandi imprenditori occidentali) che non esita a dichiarare apertamente le proprie inquietanti finalità: concentrare il potere nelle mani di poche centinaia di persone, abolire gli stati nazionali, eliminare la proprietà privata, ridurre la popolazione, realizzare il grande reset, il Nuovo Ordine Mondiale. E’ ovvio che questo diabolico obiettivo può essere conseguito solo mantenendo la popolazione sotto controllo, e quale strumento di controllo può essere più efficace della paura? da qui l’emergenza permanente: ieri il Covid, oggi il clima, domani un attacco degli alieni***. Non a caso Klaus Schwab, fondatore e presidente del WEF, ha definito il Covid e l’imposizione della successiva (e del tutto inutile) quarantena una “grande opportunità [per] ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo”, concludendo che “le narrazioni guidano il comportamento”, ovvero che il cambiamento potrà essere imposto solo attraverso un’opportuna comunicazione; e in effetti i mezzi di comunicazione di massa, ad eccezione di pochi che vengono definiti “complottisti” appartengono a soci del WEF e sono tutti perfettamente allineati sull’emergenza climatica.

Se poi è possibile agitare sullo sfondo altri fantasmi inquietanti o distraenti, come la precarietà del lavoro, la deindustrializzazione, la crescita continua dei tassi di interesse della BCE che alimenta la caduta delle possibilità di spesa delle famiglie, il tentativo di sostituire il denaro con una moneta digitale, l’immigrazione permanente mascherata da azione umanitaria, i pericoli dell’Intelligenza Artificiale e quant’altro l’emergenza si allarga si modo continuo e permanente, accompagnata dall’indebolimento dei valori morali e dallo sviluppo dei sentimenti egoistici.

Attenzione alla trappola ambientalista: certo, questa gente vuole un Pianeta migliore e perfetto, ma riservato a pochi potenti e nel quale non vi sarà spazio per alcun altro.

nell’immagine: l’alluvione del Polesine del 1951, quando le alluvioni non erano colpa della CO2

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* cfr. febbraio 2022 (La bufala del riscaldamento globale) e marzo 2022 (In difesa della CO2). Il calendario di febbraio contiene anche qualche notizia sull’IPCC e sulla scarsa credibilità che caratterizza questo organismo
** è indubbio che il Pianeta si stia riscaldando. Una stima sensata è che la temperatura media si sia alzata di circa 0.5 C° negli ultimi 100 anni, pur restando ancora lontana dal cosiddetto optimum climatico dell’Olocene, raggiunto 7.000 anni fa, in cui la temperatura era di oltre un grado superiore a quella attuale. Ma è cosa altrettanto certa che la CO2 nulla ha a che fare col fenomeno (che dipende essenzialmente da ragioni astronomiche) e che la tendenza a medio termine sia verso un progressivo raffreddamento
*** non è una battuta. Da qualche tempo a questa parte le agenzie americane stanno desecretando presunti documenti sulla presenza, sulla Terra, di manufatti e organismi di origine extraplanetaria. E’ l’apertura di una nuova finestra di Overton, cioè di un processo rivolto a trasformare progressivamente un’idea inconcepibile in una norma di legge attraverso una serie di passi rigorosamente codificati: idea inconcepibile > estrema > accettabile > ragionevole > diffusa > idea legalizzata

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