IMPORTANTE:
se volete essere avvertiti ogni volta che viene pubblicata una nuova notizia su questo sito
inviate cortesemente una e-Mail a info@cometa.vb.it

VISUALIZZA ALLEGATO

mercoledì 30 giugno 2021

Il calendario di luglio 2021

Il lungo viaggio dell'Unicorno

Nel vastissimo catalogo della fauna immaginaria* l’Unicorno occupa un posto d’onore.

Molte creature fantastiche nascono nell’antica cultura mediterranea, dove si sovrappongono a elementi mitici (il Minotauro, l’Araba fenice, la Chimera, la Gorgone, e chi più ne ha più ne metta) oppure vengono generati dai “bestiari” di impostazione cristiana che ebbero incredibile fortuna in tarda epoca romana ma soprattutto nel medioevo (il Fisiologo, III secolo d.C., il Liber Monstrorum de diversis generibus, VIII secolo d.C., il Bestiario di Aberdeen, XIII secolo d.C., tanto per citare i più noti). L’Unicorno, invece, viene da terre ed epoche più lontane: la sua probabile origine è nella valle dell’Indo che si sviluppò a partire dal 2600 a.C., dando luogo a una società di tipo diverso da tutte le culture coeve, che non a caso viene talvolta indicata come “cultura dell’Unicorno”.

La cultura dell’Unicorno continua a essere avvolta nel mistero. Nel giro di poche centinaia di anni lungo il fiume Indo e il suo affluente Ghaggar nacquero oltre mille città, alcune con popolazione fino a 50.000 abitanti (per un totale di 5 milioni), caratterizzate da una struttura urbanistica che ancora oggi potremmo considerare all’avanguardia. Erano dotate di rete fognaria e costituite da abitazioni** a due piani molto simili l’una all’altra, il che ha portato a sviluppare l’ipotesi che quella dell’Unicorno sia stata un civiltà probabilmente matriarcale, fortemente pacifica, egualitaria e democratica, tanto più che in nessuna delle città finora venute alla luce sembrano esservi palazzi regali o templi o edifici amministrativi (negli stessi anni le altre grandi civiltà - quella mesopotamica e quella egiziana - si davano un gran da fare a costruire reggie, templi e piramidi). Nessuno è in grado di dire con sicurezza perché la civiltà dell’Unicorno si estinse, ma sta di fatto che ha lasciato ben pochi documenti scritti che ancora non siamo in grado di interpretare.

L’Unicorno è - come diremmo oggi - l’icona della civiltà dell’Indo, da cui si propaga verso oriente alla vicina Cina e verso ovest alle fiorenti, ma molto meno pacifiche e democratiche, civiltà mesopotamica ed egiziana. Poi il nostro transita nella Bibbia, invade il Mediterraneo, approda al Cristianesimo che - goloso com’è di appropriarsi di tutti i simboli dei pagani e riscriverne le leggende - se ne impadronisce: “Per mezzo di questo animale viene rappresentato il Cristo, e per mezzo del suo corno la sua indomabile forza.” (dallo Speculum de Mysteriis Ecclesiae, databile verso l’anno 1100). in realtà non tutti i cristiani sono d’accordo sul fatto che l’Unicorno rappresenti il Cristo, per alcuni è tutto il contrario: “L’Unicorno indica il diavolo, in quanto così terribile e malvagio da non poter essere catturato se non dall’odore della verginità, cioè dalle buone opere” (dal Libellus de natura animalium, secolo XV, autore anonimo), ma non importa, la contraddizione è implicita in tutti i simboli (simbolo=qualcosa che sta al posto di qualcosaltro). Così nostro finisce nei Bestiari medioevali, fiorisce nei mosaici delle chiese, entra pesantemente nell’araldica, e arriva fino a noi, spesso corredato da dimostrazioni della sua esistenza fisica: nell’807 Il Califfo di Baghdad Harun al-Rashid regalò un corno di Unicorno a Carlo Magno, nel 1533 il Papa Clemente VII ne diede uno al re di Francia per celebrare il suo matrimonio con Caterina de’ Medici, l’inquisitore Torquemada si portava dietro un corno di Unicorno come portafortuna, il trono reale dei re di Danimarca è costruito con corna di Unicorno (è tutto vero, ma il corno era sempre e solo quello del narvalo).

Insomma, l’Unicorno è un archetipo, cioè una forma universale del pensiero, qualcosa di facilmente riconoscibile che sta dentro tutti noi e alla quale, sotto sotto, prestiamo fiducia e affetto.

Come tutti gli archetipi l’Unicorno viene reinterpretato dalle singole culture, a seconda di ciò che l’artista (ma anche il popolano) vuole credere ed esprimere. Si esce lentamente dal medioevo, la società diventa più laica ed ecco che il nostro appare in un’infinità di ritratti di fanciulle in fiore (celebre quella di Raffaello). Poi, mano a mano che ci si avvicina ai nostri giorni le sue rappresentazione artistiche diminuiscono, ma il fascino dell’Unicorno non viene meno: esso si intrufola nella cultura popolare, si mercifica: se ne impossessa l’ideologia LGBT, che ne fa uno dei propri simboli, se ne impossessa l’economia, che chiama “azienda-unicorno” le startup di maggior successo, lo possiamo vedere in compagna di Harry Potter e come brand di innumerevoli aziende.

Una storia un po’ triste: un lungo viaggio di 4500 anni, che inizia come simbolo di una nazione fiorente per finire tatuato sulla natica di Lady Gaga. Ma anche questa è la vitalità degli archetipi.

_____________________

* vedi il calendario di maggio 2019

** alcune delle quali dotate di toilette interna con risciacquo. Per dare l’idea della modernità di questa cultura, si tenga presente che l’occidente dovrà aspettare fino al 1560 per godere del wc con scarico (inventato dall’inglese John Harington) e fino all’epoca vittoriana per capire l’opportunità di incanalare le acque nere in una efficiente rete fognaria (per la cronaca ciò avvenne in seguito al trauma dell’estate del 1858, passato alla storia come “il grande fetore” quando il Tamigi “non conteneva più molta acqua, ma trasportava lentamente escrementi umani ed animali, cadaveri di animali, visceri provenienti dai macelli, alimenti avariati e scarti industriali”. In seguito all’odore che si sollevava dal fiume le sedute del parlamento dovettero essere spostate più a monte e il palazzo di giustizia fu evacuato)

<< TORNA ALL'ELENCO NEWS
CODICE IBAN PER IL CONTO DI COMETA:
IT40 G050 3522 4132 1357 0276 406
(ABI 05035 CAB 22413 C/C 21357 0276 406)
Associazione di Volontariato COMETA - C.F. 93027400030
Web Design by PCDR INFORMATICA