Il calendario di agosto 2021
Un calendario musicale
In molti dei precedenti calendari abbiamo messo in luce la relazione tra animali e arti figurative. Ma la presenza degli animali nella produzione artistica si estende ben al di là delle immagini, e compenetra tutte le capacità espressive della razza umana: letteratura, teatro, poesia, danza, musica e - in tempi più recenti - ogni forma di performance art.
E’ quindi d’obbligo, per allargare il discorso, approfondire un po’ la presenza degli animali nella musica, limitandoci, per il momento, alla musica classica (e prossimamente diremo qualcosa sul ruolo degli animali nel rock).
La musica è probabilmente il più antico meccanismo di trasmissione e condivisione delle emozioni: qualcuno la considera perfino antecedente alla nascita della parola, ma è certo che il canto e la danza, uniche espressioni artistiche che non richiedono strumenti diversi dal corpo, affondano le loro radici nella più lontana preistoria umana, ben prima che l’uomo diventasse stanziale. Col consolidarsi della civiltà l’uomo imparò a costruire non solo strumenti utili per la caccia e la sopravvivenza quotidiana, ma anche strumenti musicali con cui accompagnare i canti e le danze che facevano seguito ad una caccia fortunata (conosciamo, ad esempio, un flauto di 40.000 anni fa). In tempi più recenti, tanto nelle culture del Mediterraneo quanto in quelle asiatiche, gli strumenti diventarono via via più sofisticati e di essi possediamo vaste testimonianze. Tuttavia ignoriamo quasi tutto delle melodie che venivano suonate, poiché la notazione musicale è un fatto molto recente: è vero che qualche traccia si può trovare su tavolette sumere così come in documenti dell’antica Grecia, ma è un fatto che la musica “scritta” data verso l’anno 1000 (Guido d’Arezzo) e si consolida con lo sviluppo del canto gregoriano.
Ciò significa che non è possibile rinvenire antiche testimonianze di “animali in musica”. Anzi, occorre arrivare al XVI secolo per trovare le prime composizioni (madrigali, come dire canzonette d’antan) dove appare qualche animale. Non a caso si tratta soprattutto di uccelli, ovvero degli animali la cui voce più facilmente poteva essere simulata dagli strumenti e dai cantanti dell’epoca. BR>Anche se esistono opere liriche e balletti in cui uno o più animali sono protagonisti assoluti, come “La piccola volpe astuta” (1924) di Leoš Janáček, “La gatta inglese” (1983) di Hans Werner Henze, il celeberrimo “Lago dei cigni” (1877) di Tchaikovsky, l’altrettanto celebre “Pierino e il lupo” di Prokofiev e alcune (non molte) altre, il ruolo degli animali nella musica è soprattutto imitativo, ovvero attinente al tentativo di riprodurne i suoni o di descriverne i comportamenti attraverso gli strumenti e la voce umana. Di questo sottogenere musicale fanno parte anche una quantità di composizioni che, pur non avendo animali tra i protagonisti o nel titolo, propongono armonie ispirate ai suoni degli animali; ne sono celebri esempi “Le quattro stagioni” di Vivaldi, la sesta sinfonia (“Pastorale”) di Beethoven, molti pezzi per clavicembalo di Rameau, le “Histories naturelles” (voce e pianoforte) e “L’enfant et les sortilèges” di Ravel e molte altre opere.
Chi desiderasse mettersi alla prova nel riconoscimento degli animali attraverso le interpretazioni strumentali può sottoporsi al quiz presente a questo indirizzo: https://www.thomann.de/blog/it/quiz-indovina-gli-animali-riprodotti-in-musica-classica/
nota: senza alcuna pretesa di voler esaurire il tema, le pagine del calendario contengono alcuni linka brani musicali presenti in Internet. Purtroppo alcuni di essi sono preceduti dalla pubblicità: ce ne scusiamo |